Tommaso II di San Severino (1285 - 1324)





Secondo la storiografia - da fine Quattrocento in poi, su tutti ricordo il Volterrano -, a seguito del valore dimostrato da Ruggero II nella battaglia di Benevento, del 26 febbraio 1266, i Sanseverino avrebbero assunto come loro arma di famiglia uno scudo d'argento attraversato orizzontalmente da una fascia di colore rossa (d'argento, alla fascia rossa). Ma qual è il vero significato di questo stemma? Senza dilungarci su tutto ciò che comporta la scienza araldica, i suoi dettami e "capricci", entriamo in maniera schietta a cogliere -




(eravamo rimasti... ) Passiamo ora a descrivere la seconda parte del blasone "sanseverinesco", vale a dire la fascia che attraversa orizzontalmente lo scudo e che occupa la sua terza parte. Ci troviamo di fronte ad un particolare araldico conosciuto col nome di pezza onorevole o di primo ordine. Essa rappresenta il cingolo cavalleresco, cioè la cintura di cuoio che cingeva la vita del cavaliere, atta a sostenere la sua spada e lo scudo. A colore di questa "pezza", fu scelto da Ruggero il rosso - pensiamo - a ricordo del sangue versato. Ma il sangue di chi?


(eravamo rimasti... ) Vediamo allora che lo stemma dei Sanseverino è blasonato: "d'argento, alla fascia rossa". Ma è veramente questa la blasonatura corretta? Iniziamo subito col dire che il colore voluto da Ruggero per il campo del suo scudo, in realtà, dovette essere il bianco, successivamente sostituito dagli araldisti con l'argento per una questione puramente estetica. Questi infatti sostenevano che l'argento è da preferire al bianco perché considerato più splendente e più vicino al materiale reale dello scudo.


(eravamo rimasti... ) A rafforzare ulteriormente questa nostra ipotesi, ci viene in aiuto l'esistenza, fra la nobiltà italiana, di un secondo stemma identico, in tutto e per tutto, a quello "sanseverinesco" (fatto questo assai singolare visto che i blasoni dovevano essere personali e rappresentare una sorta di carta d'identità, meglio ancora dire una impronta digitale di famiglia), blasonato anch'esso: "d'argento, alla fascia rossa", antecedente di sedici anni (sicuri?) rispetto a quello dei Sanseverino e avente addirittura la medesima storia circa la sua origine.