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Gli occhi della storia

Gli occhi della storia

04092016 castelloQuesti occhi vissero tempi di gloria e tempi di piena decadenza; furono testimoni della conquista normanna e del tramonto della Langobardia Minor; videro la nascita di San Severino e il declino dell'antica Rota. All'osservatore occasionale, questi occhi non diranno poi molto; a me, invece, raccontano una storia lunga più di mille anni.
Nella foto: Particolare di quel che resta dell'affresco absidale della pieve di San Marco a Rota, già Santa Maria (a. 803).

1 Mercato S. Severino: "Fontis Augustei Acquaeductum" PARTE I

1 Mercato S. Severino: "Fontis Augustei Acquaeductum" PARTE I

04092016 castelloCostruito fra il 33 e il 12 a.C., l'acquedotto augusteo del Serino, con i suoi 96 Km circa di lunghezza del solo condotto principale Serino- Miseno (Piscina Mirabilis) e i ca.140 Km complessivi con le diramazioni (tra cui quelle dirette alle città di Ercolano e Pompei), oltre a fornire l’acqua alle ville romane e ai territori che attraversava, doveva garantire l’approvvigionamento idrico alla flotta militare di stanza nel  porto di Miseno (Classis Misenensis). Nel 1841 l'architetto Felice Abate, incaricato di stilare un progetto di fattibilità per il recupero dall'acquedotto, al fine di fornire l'acqua alla città di Napoli, eseguì una ricognizione dell'intero percorso,il quale attraversava anche i territori di Montoro, Mercato S. Severino e Castel San Giorgio.

2 Castel San Giorgio: Fontis Augustei Acquaeductum PARTE II

2 Castel San Giorgio: Fontis Augustei Acquaeductum PARTE II

La Fontis Augustei del Serino fu anche oggetto di uno studio di fattibilità per il suo recupero, nell'anno 1564, da parte dell'architetto Pietrantonio Lettieri, il quale ispezionò e descrisse l'intero tracciato su richiesta del viceré di Napoli don Pedro de Toledo, volendo quest'ultimo ripristinare il condotto al fine di potenziare il rifornimento di acqua occorrente alle nuove opere pubbliche (fontane, terme e altre)  da lui fatte realizzare nella città di Napoli. Il progetto venne poi accantonato a causa degli alti costi e alla sopraggiunta morte del suo ispiratore, don Pedro.

La pieve di San Marco a Rota (già Santa Maria)

La pieve di San Marco a Rota (già Santa Maria)

04092016 castelloSui resti di un primitivo insediamento romano la pieve di San Marco a Rota s'erge, orgogliosa del suo glorioso passato. Testimonianza certa, da più di milleduecentododici anni, per le passate e future generazioni, di storie vissute al tempo di grandi uomini. Conservate fra quelle ormai decadenti mura, resti d'affreschi di sublime bellezza giacciono sotto il cielo, consumate dai secoli e lacerate dall'incuria degli uomini. Forti, contro la sentenza del tempo, le rovine attendono il mecenate che le riporterà agli albori del loro antico splendore, quando erano conosciute in tutto il Principato col nome di ecclesia sancte marie plebem de locum rota: 

Il Castello di Mercato S. Severino

Il Castello di Mercato S. Severino

04092016 castelloIl Castello di San Severino, edificato a partire dalla metà degli anni Settanta del secolo XI (1076), divenne il nuovo principale centro politico-amministrativo del distretto di Rota, estendendo il suo nome prima al borgo vallivo (ottobre 1172: [...] in loco ubi dicitur ad Sancti Severinum [...]) e successivamente ancora, come cognome proprio (Sanseverino), alla stessa famiglia feudale.

 

Bianca Giovanna Sforza, moglie di Galeazzo Sanseverino

Bianca Giovanna Sforza, moglie di Galeazzo Sanseverino

04092016 castello

"Ritratto di una Sforza", conosciuto anche col nome di "Bella Principessa", disegno di Leonardo da Vinci (1496 circa). L'opera, attribuita al Maestro da Vinci secondo diversi storici dell'arte, in particolar modo Martin Kemp e Carlo Predetti, tra i massimi esperti di Leonardo, raffigurerebbe Bianca Sforza (m. 1496), figlia di Ludovico il Moro, signore di Milano, e della sua amante Bernardina de Corradis. Bianca fu moglie di Galeazzo Sanseverino, capitano generale dell'esercito del Ducato di Milano, figlio di Roberto Sanseverino d'Aragona,

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