Tommaso II di San Severino (1285 - 1324)

Tommaso II di San Severino (1285 - 1324)

04092016 castello

Poi che dire del valoroso conte Tommaso II di San Severino, nipote del Santo Aquinate, che, nella Guerra del Vespro (1282 - 1302), fu nominato, da re Carlo II d'Angiò (1285 - 1309), Generale per il Giustizierato della Calabria, Comandante supremo del Principato e continuatore della linea difensiva Policastro-Basilicata (poi estesa all'asse costiera da Salerno ad Agropoli), messa in campo già da suo padre Ruggero II (1266 - 1285). Come fu quella del grande generale romano, Quinto Fabio Massimo (233 - 203 a.C.), così anche Tommaso si avvalse del genio militare del Temporeggiatore.
L'occasione si presentò durante l'eccezionale assedio posto alla rocca di Castellabate, che tracollò senza colpo ferire (1299). La pace di Caltabellotta (1302) segnò per il Sanseverino un momento di grande dolore personale. Egli, infatti, pur uscendone glorificato dal duro conflitto, dovette affrontare la prova più dura: piangere prima la morte del figlio primogenito Ruggero III, avvenuta, quasi al termine del conflitto, nel 1302, poi, successivamente, anche quella del secondogenito Enrico II, nell'anno 1314, le cui spoglie riposano ancora oggi all'interno di uno squisito mausoleo, risalente al 1336 e attribuito alla bottega napoletana di Tino di Camaino, posto nella cattedrale di Santa Maria Maggiore a Teggiano. La Grande Mietitrice sembrava non conoscere pietà verso il Sanseverino. Ancora, nel 1317, all'interno del suo castello di San Severino, moriva Donna Teodora d'Aquino, madre del Conte, il cui corpo fu tumulato in Salerno, nella Cappella funeraria dei d'Aquino fatta edificare dalla stessa contessa nella chiesa del convento dei Domenicani. Nello stesso anno (1317), la cappella venne anche impreziosita dalla sacra reliquia della mano destra di san Tommaso, custodita dal 1288 nella chiesa di San Severino del castello omonimo, divenendo meta di un assiduo pellegrinaggio. La magnificenza di Tommaso II raggiunse il culmine con la costruzione della monumentale Certosa di S. Lorenzo, da lui fondata nell'anno 1306, locata nel suo tenimento di Padula avuto in permuta dai Verginiani, con atto del 1305. Lasciò questo mondo sul finire dell'anno del Signore 1323 - prima metà del 1324 (giacché nel mese di giugno del 1324 venne rogato a Napoli l'atto di successione dei suoi feudi), con la consapevolezza di aver donato maggior lustro al suo nobile Casato, una larga figliolanza - otto figli avuti da due matrimonio contratti: il primo con Margherita di Valdemonte e, alla morte di questa, il secondo con Sveva d'Avezzano-, dalla quale ebbero inizio i diversi rami cadetti della famiglia Sanseverino (ricordiamo i Bisignano, i Chiaromonte, i Nardò, i Venosa, i Saponara, i Tricarico), e riconoscendo in suo nipote Tommaso III (1324 - 1358) - figlio del fu Enrico II e di Ilaria di Lauria- il successore legittimo del ramo principale di famiglia (Conti di Marsico, Baroni di San Severino e del Cilento). Le sue spoglie mortali furono affidate ai suoi fidati Certosini, che nella loro nuova casa le accolsero e conservarono. Oggi sono collocate ancora lì, all'interno della cappella chiamata del "Fondatore", ove giacciono nella quiete del tempo, quasi nascoste, così da non essere disturbate dell'eterno sonno, racchiuse in un pregevole mausoleo marmoreo databile al secolo XV, sul cui basamento il viandante vi legge:
"SONO CHIUSO ORA IN QUESTO MARMO, IO CHE POSI PER PRIMO LE FONDAMENTA DELLA TUA CASA, O CERTOSINO, SONO TOMMASO CONTE DI MARSICO, DELLA FAMIGLIA DEI SANSEVERINO, INNALZA A DIO DALL'INTIMO DEL TUO CUORE PREGHIERE PER ME".
 

MicheleCerrato

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento del
Dott. Michele Cerrato.
Appunti di Storia Sanseverinese, 2016.