La mano destra di San Tommaso d'Aquino
Quattordici anni dopo la morte del fratello Tommaso, Donna Teodora d'Aquino, moglie del conte Ruggero II di San Severino, domandò all'abate di Fossanova, Pietro da Monte San Giovanni, una reliquia dell'Aquinate, in quegli anni non ancora canonizzato. L'abate, allora, conoscendo il forte legame che aveva unito Tommaso con la sorella Teodora, recise la mano destra del Maestro, la stessa che, in vita, contribuì a gettare le basi teologiche e filosofiche della Chiesa cattolica. Avuta la sacra spoglia, la contessa di San Severino la fece collocare in un posto accessibile alle masse - così da non precludere in nessun modo l'accesso ai fedeli -, ove già da tempo venivano conservate anche le altre reliquie, ossia la chiesa di San Severino, come riportato dal documento coevo:




Fra gli uomini della corte comitale di Ruggero I di San Severino (1081 - 1125), meritano la nostra attenzione taluni personaggi i cui nomi ricorrono con maggiore frequenza nella documentazione Cavense. È questo il caso di Giliberto di fu Osmundo, residente nel castello di San Giorgio in Apusmontem, che, nell'agosto del 1087, riconosceva come suo signore Troisio II, fratello minore di Ruggero I. Del normanno Giliberto vi è anche un precedente rogito, risalente al novembre del 1081, da cui apprendiamo della largizione di due fondi con coloni fatta al monastero della valle Metelliana;
A solo titolo informativo per il lettore, prima di scendere nel dettaglio della nostra argomentazione, ricordiamo che la prima documentazione in cui viene descritta una cerimonia di investitura vassallatica risale all'anno 757. Si tratta dell'accomodamento a vassallo e di vari giuramenti ([...] in vasatico se commendans per manus. Sacramenta juravit multa et innumerabili [...]) fatti dal duca di Baviera, Tassilone III, a Pipino il Breve, re dei Franchi, e ai suoi figli Carlo (futuro Magno) e Carlomanno ([...] regi Pipino et supradictis filiis ejus domno Carlo et Carlomanno [...]).
Occultata alle spalle della seconda cinta difensiva e dietro la torre semicircolare mediana, la chiesa di San Severino Norico diede il nome al Castello.
Un diploma di Ruggero I al monastero di San Lorenzo di Aversa, invece, recante la data aprile 1105, ci dà i nomi di due cavalieri della corte comitale del castello di San Severino, ossia Ugo de Silla e Erberto de la porta detto caput asini. 
