Sui resti di un primitivo insediamento romano la pieve di San Marco a Rota s'erge, orgogliosa del suo glorioso passato. Testimonianza certa, da più di milleduecentododici anni, per le passate e future generazioni, di storie vissute al tempo di grandi uomini. Conservate fra quelle ormai decadenti mura, resti d'affreschi di sublime bellezza giacciono sotto il cielo, consumate dai secoli e lacerate dall'incuria degli uomini. Forti, contro la sentenza del tempo, le rovine attendono il mecenate che le riporterà agli albori del loro antico splendore, quando erano conosciute in tutto il Principato col nome di ecclesia sancte marie plebem de locum rota:
sede amministrativa, chiesa battesimale e sicuro ricettacolo per i corpi dei nostri avi, all'epoca dell'allora fiorente gastaldato di Rota. Nella foto: L'interno di quel che resta dell'importante pieve di San Marco a Rota, conosciuta nel Medioevo col nome di Santa Maria, la cui prima attestazione documentaria risale al mese di novembre, ind. XII, dell'anno 803: [...]milianu notarium scribere rogabit. Acto rota in atrio sancte marie. Mense et indictione suprascripta feliciter.
(N.B. La foto risale all'anno 2017)

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento del
Dott. Michele Cerrato.
Appunti di Storia Sanseverinese, 2011.

