
(eravamo rimasti...) Continuando la nostra corsa, ci dirigiamo innanzi all'ingresso di un lungo corridoio voltato a botte che, allo stato attuale, ha una lunghezza di circa 15 metri. Un tempo esso terminava nel muro di tramontana della cappella palatina, come si evince dai resti lasciati sulla parete. Ivi, in origine, sorgeva parte dell'entrata principale alla corte interna palaziale, poi, successivamente, rimaneggiata con la costruzione di altri ambienti e rafforzata da un antemurale difensivo munito di merlatura piana, feritoie e una fuciliera
in pietra lavica raffigurante un giglio. Entriamo nel condotto e volgiamo lo sguardo ai quattro vani strombati realizzati per l'alloggiamento delle armi da fuoco. Anche in questo caso, ritroviamo il piano leggermente inclinato verso l'interno, così da favorire lo sparo a parabola. Al termine del corridoio si apre il varco che conduce nella grande cisterna palaziale, la più grande presente in tutto il sito castellano.L'immissione delle acque al suo interno, avveniva per mezzo di un sistema di canalizzazione posto al di sopra di essa e in parte ancora visibile. L' interno è scandito da due massicci pilastri che sorreggono la volta centrale di copertura, nella quale si apre il foro di raccolta dell'acqua. Poco sotto l'ingresso, vi è un secondo foro avente funzioni di troppo pieno. Prima di lasciare definitivamente il Palazzo fortezza, ci fermiamo ad esaminare i resti perimetrali di quelli che ritengo essere stati gli edifici destinati ai vassalli o collaboratori più stretti dei signori Sanseverino, i quali, probabilmente, dovevano alloggiare direttamente nell'area palaziale e non nelle case della seconda cinta muraria, ove trovavano posto i soli soldati di presidio al castello. Gli ambienti si distribuiscono sul terrapieno di copertura della grande cisterna, realizzato, verosimilmente, col terreno di risulto del fossato mediano e utilizzato come postazione difensiva dei versanti ponente e tramontana, le cui mura, erano anche munite di merlatura piana e feritoie. Lo schema proposto edificio-sistema di canalizzazione, mi induce a ritenere che la loro copertura, fu eseguita ad un solo spiovente inclinato verso i canali, così da facilitare il convoglio delle acque piovane… (continua).

.
Appunti di Storia Sanseverinese, "Il Castello di Mercato S. Severino"

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento del
Dott. Michele Cerrato.
Presidente dell'Archeoclub Troisio de Rota - Mercato S. Severino.
La lingua usata nella stesura della seguente descrizione è stata intenzionalmente voluta dall'autore.

