Priscoli - Congrega SS Sacramento

Priscoli - Congrega SS Sacramento

francobolloCongrega SS Sacramento - (?)

La sede della congrega si trova in una piccola chiesa adiacente alla Chiesa di San Martino, il cui prospetto forma un angolo retto con quello della parrocchiale. A destra entrando si accede in altri due ambienti. L’abside è semicircolare; è presente un altare in muratura. E’ illuminata da finestre laterali. La parte più interessante è costituita dal soffitto: dalla zona centrale, dal tavolato scoperto, si nota l’ultima cena trasferita sul soffitto della chiesa di San Martino; tutt’intorno, a mo’ di cornice, sono distribuiti alcuni elementi decorativi a corredo dell’intera rappresentazione.

La Confraternita del SS. Sacramento
Nel cuore della vita religiosa di San Martino e San Vincenzo, la Confraternita del Santissimo Sacramento ha rappresentato per secoli un punto di riferimento spirituale e sociale. Fondata il 5 maggio 1587 presso l’altare maggiore della parrocchia di San Martino, la congrega nacque con l’obiettivo di promuovere il culto e la devozione e di garantire l’assistenza religiosa ai fedeli, soprattutto nei momenti più delicati della vita.
In origine, la confraternita riuniva le parrocchie di San Martino, San Vincenzo, Mercato e Curteri. Tuttavia, nel 1602, si rese necessaria una separazione: dove la congrega non risiedeva, non si amministrava il SS. Sacramento, con il rischio che i fedeli morissero senza ricevere il Viatico. Da qui la decisione di rendere autonoma la confraternita di San Martino e San Vincenzo.
I confratelli si distinguevano per il loro abbigliamento rituale: sacchi bianchi, mozzetti rossi e cappelli bianchi, che nel tempo si evolsero in vesti e cappucci bianchi con mozzetta cremosina, decorate con le figure del SS. Sacramento, San Martino e San Vincenzo. Anche lo stendardo e il gonfalone riprendevano questi simboli.
La confraternita era molto attiva nella vita liturgica. La festa del Sacramento veniva celebrata ogni anno in una parrocchia diversa, a spese del sodalizio. L’elezione degli ufficiali avveniva nella domenica dell’ottava del Corpus Domini, e ogni villaggio era rappresentato da un proprio ufficiale.
Il Viatico veniva portato agli infermi con grande solennità: due lanternoni accesi, la croce con campanello, torce processionali e il curato sotto il pallio, seguito dal popolo. Un rito semplice ma profondamente sentito.
La confraternita non si limitava alla sfera religiosa. Le regole approvate con regio assenso nel 1776 stabilivano che il padre spirituale dovesse istruire i giovani dei quattro casali (San Martino, San Vincenzo, Lombardi e Capo Casale), ricevendo una congrua retribuzione.
Nel 1689, Don Vincenzo Petrone, detto il Cappuccino, istituì un maritaggio di 23 ducati ogni quattro anni per aiutare le ragazze di San Vincenzo a sposarsi, dimostrando l’attenzione della confraternita anche verso i bisogni concreti della comunità.
Nel 1704, l’arcivescovo Poerio, durante una visita pastorale, consigliò di concentrare il SS. Sacramento in una sola parrocchia per facilitare l’accesso ai sacramenti. Questo suggerimento rifletteva la volontà di rendere la fede più vicina e accessibile ai fedeli.

Bibliografia: Storia delle Confraternite della Diocesi di Salerno - Pasquale Trotta - Edizione 2002
Chiese, Palazzi e Giardini - Itinerari ambientali e culturali a Mercato S.Severino - G. Rescigno - Dicembre 2004