Richieste di ausilii economici e logistici per i centri per l’infanzia privati in Campania, anche a S. Severino

istruzioneIn questo tempo di incertezza e di precarietà – letteralmente – la questione dell’istruzione, tra didattica a distanza; bozze di decreti inerenti alle istituzioni educative; problematiche logistiche ed organizzative varie negli edifici scolastici e/o altre fattispecie impongono ripensamenti e rimodulazioni dell’offerta pedagogica. Interventi decisi e chiari, che tengano in conto le esigenze delle strutture pubbliche – ma che pongano attenzione verso le istituzioni paritarie e/o private (tout court). Il “grido d’allarme” – se vogliamo – parte da una “rete”, una serie di strutture (appunto private) per minori che intendono fare luce su come “sopravvivere” ai tempi del Covid-19.

Con chiarezza. Fa parte di questo insieme anche il centro per l’infanzia (Mercato S. Severino, ma vi è una sede anche a Montoro) “Crescere Insieme” – retto, da alcuni anni, dalle valide educatrici Rosa Santoro e Alfonsina Della Rocca. Con il supporto, anche, di dipendenti come la regista Clotilde Grisolia - e non solo. Le realtà che chiedono di essere “ascoltate”, da parte del governo nazionale e/o degli enti locali come la Regione, sono dislocate lungo il territorio della Campania. Il “proclama” (se così possiamo affermare) è siglato da alcuni professionisti, responsabili degli asili nido che accolgono gli scolaretti sul territorio campano. Essi hanno inoltrato – affermano – molte richieste al governo, ma sostengono di non aver avuto risposte precise in merito alle difficoltà che stanno vivendo. Hanno pertanto approntato un comunicato, una nota, in cui – sinteticamente – espongono le loro esigenze per capire come comportarsi (soprattutto dal punto di vista economico) durante il periodo di questo famigerato Coronavirus. Essendo chiusi – tali asili – ormai da più di un mese. Tali richieste sono simili a molte altre che in questi giorni pervadono la Penisola; anche da S. Severino partono le proposte più razionali e coerenti per ottimizzare il dialogo tra scuole per l’infanzia e amministrazione centrale e/o locale. I circa 70 asili privati campani richiedono, allo Stato e a “chi di dovere”, di essere ascoltati, considerati. In ottemperanza al decreto del 4 marzo 2020 (emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri) i gestori affermano di aver chiuso prontamente i loro centri. Ma le perdite economiche sono gravose – come del resto per tutta l’economia (pubblica e/o privata) italiana e internazionale. Senza un ausilio di natura statale, affermano preoccupati i gestori, tante famiglie di educatori di queste strutture private non possono vivere serenamente e degnamente. Pur costituendo, gli educatori, delle risorse “umane” attive a livello di didattica a distanza e di utilizzo di strumenti pedagogici “virtuali”. Nonché mantenendo i rapporti educativi con i bambini iscritti. Per questo i responsabili vorrebbero delle misure concrete e delle risposte urgenti da parte dello Stato; per continuare a svolgere attività utili alla maturazione dei piccoli. Tra i “punti” di proposta, essi evidenziano e richiedono: l’erogazione di appositi contributi a fondo perduto per pagare i canoni di locazione, riguardo le aree di cui fruiscono; l’annullamento o, almeno, la sospensione del pagamento di utenze varie senza – poi – more o interessi di sorta; l’azzeramento dei contributi in tale periodo di chiusura forzata – a causa di questo Covid-19. Ed ancora: i responsabili vogliono estendere ed ampliare la cassa integrazione a tutte le categorie che prestano servizio nelle realtà infantili private (come dovrebbe avvenire anche per le pubbliche, statali); l’annullamento dei tributi “comunali” quali Tari, Acqua, Ires, Irap eccetera. Proseguendo, nel documento, si stigmatizzano: la necessità di convertire i voucher baby sitter, al 50%, nei confronti delle scuole infanzia e nidi (nella fattispecie non statali) – almeno fino alla fine del 2020; infine la conversione del cosiddetto “bonus nido” in contributo economico da versare direttamente alla struttura dove i piccoli sono iscritti. Per fronteggiare meglio l’emergenza legata al Covid-19, ecco inoltre che alcune tra le realtà private più attive in Italia (non solo – inizialmente almeno - campane, ma soprattutto nel comprensorio lombardo) si sono unite in un’associazione. Il sodalizio – sorto in queste ultime settimane – è denominato “EduChiAmo” [sic!]. E’ un comitato che si fa portavoce delle esigenze sia di educatori che di altri soggetti, quali dipendenti e genitori. Attivo appunto in tutta Italia (dopo la creazione, avvenuta in Lombardia). Anche questo movimento vuole salvaguardare gli interessi di chi lavora nei centri per bambini. Per iscriversi, basta rivolgersi al blog www.comitatoeduchiamo.it. Il sodalizio è senza scopi di lucro – affermano gli ideatori – ed è gratuito. Questo è quanto, per la didattica anti Coronavirus. Che eccelle anche negli altri cicli dell’istruzione – come si può evincere dall’impegno dei docenti nelle scuole di S. Severino – per ogni ordine o grado. I prof sono molto pazienti e cercano di sopperire alle immancabili difficoltà correlate alla presenza del Covid-19. Dagli asili alle superiori, e all’università – qui con il conseguimento di tante lauree on line.

AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.