Recital dei ragazzi di S. Vincenzo per San Pasquale Baylon

Recital

"I fuoritempo”: questa la simpatica, originale (e provocatoria) denominazione del gruppo di entusiasti e volenterosi “attori” in erba - di natura amatoriale e legati al territorio e all’oratorio – che risiedono (alcuni da molto, ed altri più recentemente) nella sempre più popolosa frazione di S. Vincenzo in Mercato S. Severino. Un insieme di giovani e meno giovani, dunque, non una vera e propria compagnia come le tante che pure a S. Severino, nel comprensorio e nei paesi limitrofi pullulano; un modo per stare insieme in letizia e proporre qualcosa di bello, sebbene con molta semplicità, divertendosi ad interpretare commedie napoletane –

nella maggior parte dei casi – oppure inventando e vivendo altre manifestazioni attorno (come detto sopra) alla parrocchia della frazione, intitolata a S. Vincenzo Martire (22 gennaio, spesso confuso col più “famoso” S. Vincenzo Ferreri la cui solennità cade il 5 aprile).
La chiesa di S. Vincenzo, antichissima, è il fulcro e il centro propulsore, il motore “non immobile” di questo gruppo di animatori, che proprio per festeggiare degnamente il santo patrono della frazione, ossia (dopo S. Vincenzo): S. Pasquale Baylon, ricorrente il 17 maggio ma i cui festeggiamenti avverranno alla fine del mese per celebrare meglio l’Ascensione e la Pentecoste, si sono nuovamente impegnati – come negli anni trascorsi – nella produzione ed elaborazione di un recital. Anche per tale “edizione” delle iniziative per S. Pasquale, come avviene dal 2007, i “nostri” cioè i “ragazzi” che gravitano attorno all’oratorio parrocchiale retto dai Redentoristi e in particolare vissuto da e con padre Carmine Ascoli, si sono messi già da qualche mese “all’opera” per realizzare di nuovo per quest’anno la piece “Natale in casa Cupiello”, la più famosa opera del grande maestro drammaturgo (commediografo ma non solo) Eduardo De Filippo. Il motivo per cui “I fuoritempo” hanno deciso di riproporre la nota commedia (oltre a “Non ti pago” del 2007 e a “La fortuna con la F maiuscola”, portata in scena nel 2009) è presto detto: essendo questo un copione poliedrico e vasto, interessante nonché già “sperimentato” sugli spettatori due anni fa si è pensato, anche attraverso la partecipazione di altri interpreti che nella versione precedente non prendevano parte al recital, di restringere i tempi e la logistica nell’approntare il plot ripetendo una piece particolarmente cara al pubblico. Per S. Pasquale, dunque, gli effervescenti protagonisti saranno pronti a divertire e a deliziare gli astanti – che si preannunciano numerosi, tempo meteorologico permettendo – con la commedia defilippiana dal retrogusto triste, amaro, denso di riflessioni e di “pietas” umana e sociale. Il tema del copione trascritto dal più celebre interprete del mondo teatrale napoletano ma forse anche nazionale verte sul gap (divario) generazionale, sul conflitto tra giovani e anziani, tra i ragazzi e le vecchie generazioni; gli epigoni di queste due “categorie” sociali sono infatti l’anziano Luca (Lucariello) Cupiello, il “patriarca”, il capostipite o capofamiglia (paterfamilias) e il figlio Tommasino o “Nennillo”, che nella farsa familiare rappresenta il carattere contraddittorio e lo spirito di indipendenza tipico dei giovani. Ma anche la figlia Ninuccia – sebbene “sistemata” ossia sposata con un ricco imprenditore – è ribelle come tutte le adolescenti e i due figli faranno infine, in un crescendo di situazioni comiche ma anche paradossali e acutamente pregne di pathos, morire il padre “presepista”: il suo presepe, infatti, vorrebbe costituire – a parere nostro – un motivo di unione familiare e di condivisione di valori autentici ed universali.
Il recital organizzato dai “Sanvincensesi” vuole quindi metaforicamente evidenziare l’unità degli abitanti della frazione (e anche delle altre frazioni dell’Unità pastorale redentorista), per vivere in allegria e serenità, anche “solo” facendosi quattro risate, la festività di S. Pasquale, intercessore di grazie e favori divini venerato nella chiesa succitata.

di Anna Maria Noia

Articolo tratto dal sito irno.it.
http://www.irno.it