Gruppo di lettura “S. Severino legge”. una realta’ recente e attiva per stimolare la cultura

poesiaLa società odierna, specialmente in alcune realtà provinciali e/o “refrattarie” all’apporto culturale non strettamente scolastico, vede spesso l’ignoranza regnare sovrana. Esempio ne è, anche, il fenomeno dell’analfabetismo “di ritorno” – sebbene legato soprattutto all’avvento delle moderne tecnologie informatiche. Tanti e improvvisati “influencer”, una volta denominati “opinion leader”, dicono la loro dai comodi salotti televisivi in cui berciano e dissertano. Per quanto Mercato S. Severino abbia sempre, in generale, posseduto ricchi fermenti appunto culturali – tuttavia è “interessata” da una perdita di “istruzione” (in termini di stimoli innovativi) abbastanza sconcertante. S. Severino ha attraversato temperie di alti e bassi: negli anni ’60 e fino agli ‘80 – ad esempio – vi erano fior di intellettuali del calibro di Emilio Pesce, Orlando Ruggiero, Umberto Landi, Gino Noia e tanti altri; in seguito, si è avuto come uno svuotamento o una “stagnazione” dal punto di vista appunto culturale.

Ora pare che la cittadina – che ha dato i natali anche al poeta Carmine Manzi e al filosofo Antimo Negri, nonché ai fratelli politici Luigi e Cecchino Cacciatore – viva nuovi impulsi grazie anche a miriadi di associazioni che pullulano sul territorio. E grazie alla lungimiranza delle più recenti amministrazioni comunali, impegnate a valorizzare i beni che il comprensorio offre e profonde: il castello in primis. Come non ricordare tanti eventi e/o progetti – con il finanziamento della Regione Campania (le giornate medievali, le sfilate…) – in atto nella cittadina? Però, accanto a questo, l’altro lato della medaglia; il contraltare esiste: possibile che una realtà vicinissima al campus di Fisciano (come logistica e non solo) veda far chiudere i battenti edicole (come quella al corso Diaz – punto d’incontro dei Sanseverinesi più… “istruiti”, che scambiavano opinioni e verità con il compianto edicolante Claudio) e librerie quali “Ruggiero”? Sembra un controsenso. Eppure accade. Ma ci sono esempi di cittadinanza attiva che rendono al paese l’onore e il lustro che merita. A tentare di far risorgere S. Severino dalle ceneri, portandola nuovamente ai fasti del suo glorioso passato – quello dei principi Sanseverino, tra le più nobili e importanti famiglie del Meridione – contribuisce senz’altro il gruppo di lettura “S. Severino legge”. Almeno, le intenzioni paiono buone. Si tratta di un sodalizio recente, fondato dall’insegnante Maria Cristina Guerra il 26 gennaio 2019. L’associazione è anche presente sui social network, in particolare su Facebook. Gli incontri avvengono, a cadenza mensile, presso le sale dell’IPI Bar in località Curteri. Il “nuovo” incontro era previsto, fissato, mercoledì 19 febbraio alle 18, ma per motivi “tecnici” è stato dapprima spostato in precedenza e poi rinviato (procrastinato) a marzo – in data da definirsi. Gli incontri stessi iniziano alle 18 in inverno e alle 18.30 con la bella stagione. In tutto, gli eventi hanno durata di un’ora o un’oretta e mezza. Sempre a Curteri. Si tratta di circa quaranta iscritti, per la maggior parte – anzi, in pratica totalmente - donne. L’associazione è molto libera, rivolta a tutte le età. Ciò che contraddistingue i suoi membri è la passione per la lettura – che assume caratteri, connotazioni e sfumature sociali. “Leggere condividendo – afferma Guerra – è più interessante che leggere da soli. Ciò in quanto nelle riunioni possono nascere maggiori spunti di riflessione”. Ad ogni meeting, le appartenenti al sodalizio propongono le letture per gli appuntamenti successivi; democraticamente viene scelto il libro che ottiene maggiori “suffragi” e/o consensi (preferenze) da parte di tutte le protagoniste che portano avanti tale idea. Tra i quaranta soci, i più assidui (“quote rosa”, donne – finora gli uomini non si sono “proposti”, ma sarebbero i benvenuti) sono una quindicina o ventina di persone – non solo di Mercato S. Severino ma anche da zone limitrofe e perfino da Salerno. Nel corso del reading – sorseggiando, solitamente, un thè (alla stregua di un caffè letterario) – si discute dell’opera letta nel mese che separa una riunione dall’altra. Il capogruppo ha il compito di moderare e/o mediare la discussione – in genere molto animata, nel senso buono del termine. Vengono così fuori impressioni, spunti di riflessione e (perché no?) anche vivaci critiche costruttive. Un modo per ritrovarsi insieme, dunque, e per aggregarsi nel nome della cultura. Chi vuole, può pubblicare anche una sua breve recensione delle opere lette – sull’apposita pagina di Facebook. Tra i testi e i brani affrontati, annoveriamo: “La vita davanti a sé” – di Romain Gary; “Il profumo delle foglie di limone” – di Clara Sanchez; “Marie aspetta Marie”, di Madeleine Bourdouxhe; “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino; “Il dolore perfetto”, opera di Ugo Riccarelli; “Cambiare l’acqua ai fiori” (Valerie Perrin). Sarà proprio la Perrin, attrice nonché fotografa di scena francese – moglie del regista e produttore cinematografico Claude Lelouch – ad essere oggetto di dibattito a marzo per le appartenenti a “S. Severino legge”. La pubblicazione da commentare sarà “Il quaderno dell’amore perduto” – sempre della scrittrice 53enne. Si tratta di un romanzo (genere: narrativa) incentrato sulla forza dei sentimenti e della memoria, del ricordo. Edito per i tipi di “Nord Edizioni”, 348 pagine al costo di 16,90 euro (formato cartaceo), è un testo sulla forte amicizia tra Justine ed Helene; l’azione è ambientata in un paesotto francese: Milly – cinquecento anime e un centro per anziani, dove la protagonista lavora e dove incontra l’amica. Momento fondamentale, topico, della “relazione” (amicale) tra queste donne è quello rappresentato dalla “comparsa” (in scena, nel racconto) di un quaderno azzurro. Un taccuino, su cui Justine scrive la storia del grande amore di Helene; un amore spezzato dalla follia, dalla violenza della guerra ma nutrito da una forte speranza. Poco a poco, anche Justine deciderà di aprirsi a sentimenti nuovi – dopo aver chiuso ogni “collegamento” col passato, essendo stata segnata dalla morte dei genitori. Una storia commovente, delicata. Tra i libri che pure meritano di essere attenzionati, anche “Lasciami andare, madre” – autrice Helga Schneider, Adelphi Edizioni. Anche tale volume – 132 pagine, dato alle stampe nel 2014 - implica riflessioni molto intense e cruciali. È a metà tra un racconto e un diario. Sullo sfondo della storia di Helga e della sua famiglia, la grande Storia – con l’Olocausto e le terribili leggi razziali. Un affascinante testo su una figura materna che, poi, tanto “materna” non è nei confronti dei bambini ebrei: la madre di Helga lascia famiglia e altro (altri valori) per “obbedire” alla furia di Hitler (il Fuhrer, il Kaiser – dal latino Caesar, come Zar). La donna diviene membro delle squadre SS e – anche – guardiana di alcuni campi di concentramento e/o di sterminio. Il giudizio della figlia, dopo anni di separazione e lontananza, è sempre in bilico tra l’affetto filiale e la dura condanna della pazzia nazista o nazionalsocialista. Anche questo libro veicola tante fattispecie da discutere, per stimolare il ricordo e per parlare di tematiche attuali. Un gruppo positivo e propositivo – quindi – è “S. Severino legge”. Un’idea da condividere e da rafforzare, anche per gli studenti e i giovani in generale. Grazie alla docente Guerra per aver fatto sorgere questa realtà.

AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.