
L’ospedale “Gaetano Fucito” di Mercato S. Severino è nuovamente sotto i riflettori della cronaca locale: stavolta all’attenzione della stampa vi è una nota (siglata il 28 gennaio corrente anno), a cura della Funzione Pubblica Cgil Salerno, inoltrata a mezzo Pec al direttore generale; agli amministrativi; ai responsabili di presidio e della Gestione Risorse Umane nonchè ai funzionari dell’Unità Operativa Complessa di Urologia del nosocomio sanseverinese e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona” (da cui il “Fucito” dipende).
In oggetto, adesso, la carenza del personale medico nel reparto di Urologia. Dopo la missiva del 23 gennaio ultimo scorso – nella quale le sigle sindacali (Cgil e Rsu aziendale) sollecitavano la presenza di un primario al Pronto Soccorso (ruolo non ancora ricoperto od occupato, dopo la messa in quiescenza dell’ex responsabile; Raffaele Maio) – ecco quest’ulteriore atto; a firma del segretario generale Antonio Capezzuto. Nel documento si legge: “Con le dimissioni volontarie dal servizio, per pensione anticipata di un’unità “dirigente medico” – a far data dal 31 maggio prossimo (assente da febbraio 2021, per utilizzo ferie residue) e con la successiva quiescenza di un’altra unità “dirigente medico” a partire dal primo luglio 2021 (assente da metà marzo per le ferie residue) presso l’Uoc Urologia resteranno in servizio solo due unità”. Recita tale più recente atto: “La carenza del personale medico comporterà l’impossibilità di mantenere gli attuali livelli di erogazione dei servizi e l’organizzazione della turnazione necessaria alle attività di reparto”. La segreteria provinciale Funzione Pubblica Cgil, in solido con la Rsu aziendale, esprime la propria preoccupazione circa il destino del reparto – “punto d’eccellenza storico; riferimento per i pazienti del territorio”. Il grido d’allarme, condiviso dagli stessi operatori del “Fucito” nonché dalle tante associazioni (comitato spontaneo “Pro Fucito”; “Amici della terra”; “Cultura e natura”; “La magnifica gente do Sud”; “Alfonso Gatto” e molte altre ancora) che – nel tempo – si sono prodigate attivamente per impedire il depauperamento delle eccellenze sanitarie a S. Severino, inerisce all’ulteriore impoverimento dei servizi offerti dall’ospedale sanseverinese. Già “debilitato” dalla chiusura di reparti all’avanguardia come Ortopedia, Ginecologia e Pediatria – fiore all’occhiello non soltanto per i pazienti della Valle Irno, ma dell’intero comprensorio salernitano. Di tutta la provincia e non soltanto. Queste vere e proprie eccellenze sono state – per così dire – “perdute” da qualche anno; per cui – anche ora – i dipendenti e i cittadini si augurano di non permettere la chiusura di Urologia. Come accaduto, è scritto sopra, ai tre “padiglioni” citati. Ingolfando – inoltre - di fatto il presidio “S. Leonardo” di Salerno. La perdita di Urologia (un centro ottimale, come pure – attualmente - Medicina; Chirurgia; Endoscopia e Gastroenterologia) “sarebbe un duro colpo per tutta la comunità” – chiosa la nota. Con forza i dipendenti del presidio invocano interventi istituzionali mirati, da parte delle autorità competenti: il sindaco di Mercato S. Severino e i vertici del “Ruggi d’Aragona” – in primis. Per riunirsi attorno a un (ulteriore) tavolo di lavoro e discutere della situazione. Che potrebbe divenire “incresciosa” e inficiare la fruibilità di Urologia, come delle altre priorità del presidio. Occorre, pertanto, supportare reparti “cruciali” come appunto l’Uoc di Urologia e non solo. Per ciò che concerne – invece – la presenza di Oss e di vigilantes (da assumere, in passato) al nosocomio sanseverinese, la situazione adesso è stabile e non si ravvisano particolari criticità in merito.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della
Dott.ssa Anna Maria Noia.
