Giovan Battista Serignano (San Severino, 1531), appartenente all’Ordine dei Predicatori, fu nominato vescovo di Scala il 7 gennaio 1594 per volontà di papa Clemente VIII. Teologo e filosofo di vasta e profonda erudizione — tanto da meritare presso i contemporanei l’appellativo di “Aristotele” — morì nello stesso anno, secondo alcune fonti il 31 agosto, secondo altre il 31 ottobre, e fu sepolto nella cappella di San Domenico, all’interno della chiesa di San Giovanni in Parco, allora annessa al convento domenicano di Mercato San Severino.
Il sepolcro, di tipologia ipogea, è chiuso da una lastra di marmo bianco inserita entro una cornice ornata da motivi floreali. Il coperchio, scolpito a bassorilievo, è articolato in due registri: nella parte superiore è rappresentato a mezzo busto il vescovo barbuto, con le mani incrociate sopra un libro aperto poggiato sul petto, rivestito dei paramenti pontificali — tra cui la mitra e il pastorale —; nella parte inferiore è inciso il suo stemma ecclesiastico, troncato e sormontato dagli ornamenti esterni di colore verde, ossia il galero munito di dodici nappe (trenta, se fosse stato un cardinale). Completa la composizione un’iscrizione latina che sintetizza le principali notizie biografiche del presule:
"Fratri Ioanni Baptistae a Sancto Severino, Theologo ac Philosopho praestantissimo, Sacri Ordinis Praedicatorum, post diutinos in Urbe Catechumenis expensos labores, post innumeras Christiana pietate imbutas animas, a Sanctissimo Domino nostro Clemente VIII Scalensium Episcopo creato, Pridie Kalendas Septembris hac luce functo, Frater Thomas et Frater Augustinus viro benemerito posuerunt.
Vixit annos LXIII. Anno Domini 1594".
Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento del
Dott. Michele Cerrato.
Appunti di Storia Sanseverinese, 2025.

