La Confraternita di S. Maria delle Grazie di Spiano

La Confraternita di S. Maria delle Grazie di Spiano

SigilloIl 21/04/1547 diversi abitanti del villaggio di Spiano si riunirono in parlamento per deliberare sulla costruzione di una cappella intitolata a S. Maria delle Grazie. In quel giorno al suono del campanello si ritrovarono nella pubblica piazza confinante con i beni di Angelo de Salvato, eredi Adamicio de Romano e del notaio Ettore Cassiano, il quale stese l'atto, i seguenti confratelli di S. Maria delle Grazie: Cosimo Romano, Angelillo de Salvato, Benedetto dello Piro, Simonetto de Salvato, Pellegrino de Salvato, Marino Ceruso de casale Oscato, Parisi de Salvato, Gregorio de Romano, Francesco de Luca, Martino de Romano, Verlinaolo de Romano, Princio de Salvato, Matteo de Romano, Giov. Domenico de Iannone, Sabato de Iannone, Carlo de Salvato, Cosimo de Iannone, Adarenzio de Iannone, Pietro dello Piro,

Simonetta de Romano, Marino de Salvato, Cesare de Romano, Angelo Tarallo, Paolo de Salvato, Virgilio de Romano, Giovanni de Iannone, Ademiro de Iannone, Piacente de Salvato, Dattilo de Iannone, Frosio de Salvato, e Santolo de Salvato. Essi asserirono di possedere un terreno vacuo sito nello stesso casale vicino alla parrocchiale di S. Croce confinante con la strada pubblica e altri beni e deliberarono di costruire in quel luogo una cappella intitolata a S. Maria delle Grazie o del Corpo di Cristo.
Sopra questa delibera il marchione avrebbe dovuto dare il proprio consenso. Il giorno 29 dello stesso mese ed anno Felice Saverano e Simone de Romano, mastri della congrega, chiesero l'assenso alla curia arcivescovile per la fondazione di detta cappella. Essi dichiararono di volerla dotare "di elemosine per servizio e culto divino e celebrare nei singoli anni la festa del SS. Corpo di Cristo e per sepoltura e presentare uno o due sacerdoti per celebrare messe e altri devoti uffici e per associare detti fratelli e per la processione. L'assenso venne concesso con l'obbligo di portare ogni anno mezza libra di cera nella festività di S. Matteo in settembre alla maggiore chiesa salernitana. Nel corso della S. Visita del 1582 i figliani chiesero al visitatore la facoltà "di farsi una porta nella cappella seu altare del Salvatore da la banda de l'evangelio acciò si possa andare nel campanile quale di nuovo si fabrica nel quale destinano fare una sacrestia sì per comodo della parocchiale come per la confraternita del SS. Corso di Cristo continua all'altare maggiore. In quell'anno i mastri della congrega erano Silvio Cacciatore e Desiato de Romano. Nel 1595 la chiesa risulta essere diruta "e se ne costruisce un'altra nuova e i sacramenti vengono conservati nella cappella di S. Maria delle Grazie posta vicino alla Parrocchiale. A conclusione della S. Visita alla Carta di San Severino nel 1607 l'arcivescovo Guevara fisso i seguenti decreti per le confraternite locali: "Nelle Congregazioni dei laici non vi entrino donne o bizzoche sotto pena ai paroci e ai prefetti della Congregazione a nostro arbitrio; che non si adornino i stendardi delle processioni di fettuccie ed altri ornamenti impropri piuttosto di mascarare che di funzioni ecclesiastica e che nelle processioni non vadano sparando fuori articificiali dagli stessi confratelli mentre vanno associando con l'abito la detta processione sotto pena di essere cassati dalle Congregazioni e ne dia contro il Prefetto ed il Parroco e lo stesso ordine si fa ai clerici sotto pena di non essere ordinati.

Bibliografia: Storia delle Confraternite della Diocesi di Salerno - Pasquale Trotta - Edizione 2002