Acigliano - La Storia

storiaAcigliano è situata ai confini con la provincia di Avellino, ed è quindi l’ultima frazione del comune di Mercato San Severino. Il paese prende il nome da un gentiluomo italico chiamato Acilius. All’epoca il casale era diviso per quartieri di lignaggio, in ognuno dei quali erano riuniti gruppi familiari. Questa suddivisione in “case” risale all’epoca longobarda, quando il casale di Acigliano era popolato dalle famiglie Toriello, Mele, Giaquinto ed altre ancora. Il 51% della popolazione svolgeva attività agricola, ed il 29% erano artigiani addetti per lo più alla lavorazione della lana e scarpari. Ma dal 1859 le attività artigiane scompaiono quasi del tutto e la popolazione si divide tra contadini, “artisti e domestici” e “possedienti”.

Nonostante i disagi provocati dal terremoto del 1980, monumento importante di Acigliano è la casa Sifola, una residenza spagnola del 500, costruita secondo il gusto compositivo catalano. Inoltre ricordiamo palazzo San Barbato e casa Tenore.Ultimo casale del Comune di Mercato San Severino a confine con la provincia di Avellino, Acigliano è un tipico centro di pianura distante da Salerno “circa 8 miglia”. L’etimologia dovrebbe derivare da “acilius “, nome gentilizio italico. Limitrofo al villaggio di Pandola, Acigliano possedeva le stesse caratteristiche paesaggistiche ed economico-sociali: costruito quasi interamente sulla strada dei Due Principati presentava nell’interno solo dimore contadine addossate, in leggero declivio, alle pendici del colle Cerrella.

Nel 1817, sulle 51 abitazioni censite 29 erano di bracciali, allevatori e possidenti, solo 6 appartenevano alla categoria degli artigiani, mentre 14 a titolari non qualificati e a forestieri e 2 ad Enti Ecclesiastici. Acigliano era quindi un centro prevalentemente agricolo “gli abitanti sono addetti all’agricoltura, il suo territorio dà tutto il necessario per la vita e vi sono buoni e saporosi frutti”.

Anche nel 1755, su 153 abitanti, oltre la metà della popolazione attiva era impegnata nell’agricoltura. Predominavano nell’Ottocento le case povere (39,9%) e le medie (36,8%), pochissimi erano i tuguri (2,3%) e solo 2 le abitazioni signorili, entrambe censite nella seconda classe. Queste ultime appartenevano alle famiglie benestanti dei Brescia Morra e Del Pozzo. Un’altra dimora di notevole interesse, censita nella terza classe e composta da 10 vani complessivi, apparteneva alla famiglia Tenore. Il reticolo viario si articolava all’interno dall’abitato in numerosi vicoli e stradine tra i quali ricordiamo i vicoli Casa Torello e Casa Marino, mentre esternamente la via San Magno collegava Acigliano a Pandola evitando il transito per la strada delle Puglie.