La mostra “Artisti al Vanvitelli”, a partire dall’8 luglio

ScriptoriumDall’8 luglio ha preso il via, in Mercato S. Severino, una serie di retrospettive denominata “Artisti al Vanvitelli” – inerente la presenza di ben quaranta espositori (da S. Severino e da molte altre zone del circondario) presso il Municipio; appunto palazzo Vanvitelli. Ogni settimana è prevista un’esposizione da parte di ciascuno di tali pittori e/o creatori di manufatti. Fino alla fine del 2019, poi oltre. Sono gli stessi creativi che hanno preso parte alla prima fase della “Biennale delle Arti” – che ha interessato corso Armando Diaz (sempre nella cittadina) gli scorsi 21 e 22 giugno.

Artisti ricchi di estro, che raccontano storie personali tramite le sensazioni che traspongono su tela; utilizzando materiali e tecniche diversi – sapientemente miscelati ed amalgamati. Il tutto, come per la “Biennale”, organizzato dall’associazione “Dana. The labyrinth of the Goddess” – sita in Agropoli. Realtà attiva da pochi anni in provincia di Salerno. Entrambi gli eventi (cioè la due giorni e “Artisti al Vanvitelli”) sono stati ideati di concerto con l’assessore alle Politiche Culturali di S. Severino, Enza Cavaliere. Patrocinio del Comune. Nell’ambito – anche – del progetto “Diaz. Biennale delle arti diffuse”. Le mostre settimanali – con opere ubicate lungo gli spaziosi corridoi di Palazzo di Città – saranno visitabili negli orari di ufficio, dalle 9 alle 12.30. Tra gli espositori, ricordiamo i due vincitori della “Biennale”: Cristina Cardaropoli (da Siano), per la sezione “Tema libero” e Andrea Tabacco (Salerno) – riguardo la sezione “Mercato S. Severino: emozioni su tela”. Sarà proprio “quest’ultimo” (in ordine di citazione) ad aprire le danze appunto dal giorno 8 fino al 14. Tabacco ha vinto l’estemporanea di pittura con “I Sanseverino”: egli ha inteso rappresentare Isabella Villamarina e Ferrante Sanseverino piangenti – forse in atto, in procinto di separarsi e poi, quindi partire verso l’esilio. Centrando doppiamente la tematica: sia per aver ritratto gli esponenti della famiglia Sanseverino, che per aver dipinto le loro emozioni. Invece la Cardaropoli ha spiazzato gli altri, pur validi, artisti con “L’assenza” – in cui è stato dipinto un ideale albero (stilizzato) realizzato con cellofan da imballaggio. Cristina Cardaropoli farà parte della mostra dal 15 al 21. La sua visione estetica è anche un insegnamento morale, ha una funzione catartica ed educativa. Partendo da dolorose ma significative esperienze personali – legate, in gran parte, alle vicende di salute della sua famiglia (un cancro che la ha colpita e che purtroppo le ha perfino tolto l’amatissimo fratello) – cerca di trarre il meglio di sé da ciò che la vita le ha riservato. E intende proporre il suo vissuto agli altri. Tornando a Tabacco, la sua personale è chiamata “Momenti”. In essa il giovane propone un corpus di ben dieci elaborati pittorici e/o fumettistici, in cui – sbrigliando fantasia e originalità – si “racconta” in dieci altrettanti momenti della sua esistenza. I tratti peculiari dell’opera prima classificata all’estemporanea di pittura (la “Biennale”) riportano all’attualità concitati momenti di vita medievale: la partenza (verso altri lidi?) di due esponenti della dinastia Sanseverino – osservati mentre si commuovono, sotto gli spalti del maniero normanno e con cinte di altre epoche. In Ferrante l’artista sembra quasi ritrarsi (è una sorta di autoritratto, dunque); esiste un particolare importante, nel quadro, ed è quello delle bandiere del re Carlo V – parente dei membri della stirpe Sanseverino. Tabacco dipinge, da autodidatta, fin dall’età di 3 anni. Perfeziona i suoi approcci pittorici, le tecniche e soprattutto lo stile mediante la partecipazione ad autorevoli corsi di “aggiornamento”. Incrementa così il suo preponderante interesse, verso la grafica e appunto il disegno. Tra quelli che egli definisce i suoi “miti artistici” ricordiamo: Van Gogh, Durer, Michelangelo, Leonardo e Modigliani. Ci dice che “Per me l’arte è l’espressione del bello che risiede dentro me stesso”. “Secondo le mie convinzioni – dichiara inoltre – l’arte deve possedere la funzione di formazione, facendoci prendere coscienza di noi e delle nostre possibilità; piuttosto che dei limiti”. “Ogni giorno – prosegue – l’arte ha qualcosa da dare, da dire: dire la verità, dire le cose come stanno. Adoperando un linguaggio che può essere universale, chiaro e lampante; evidente, ma anche più criptico”. Insomma, per il ribelle 42enne (“nato sotto il ponte del diavolo” – si autodefinisce) è doveroso “esprimersi e dire la verità, senza temere le ritorsioni”. “Chi censura, ha qualche serio problema – chiosa pungente. Dapprima Tabacco dipinge vedute di paesaggi cilentani e/o del centro storico di Salerno. Poi cambia “prospettive” (artistiche): dal 2004 predilige la tecnica dell’acrilico su tela e – come soggetti – si concentra sulla figura umana, nel pieno del suo tormento interiore, della connaturata e congenita, innata ambiguità. Dal 2005 in poi si avvicina anche al fumetto; alla caricatura e alle illustrazioni umoristiche. Intanto collabora con diverse testate giornalistiche locali. Continua costantemente ad affinare il tocco fumettistico. La mostra proseguirà con altri protagonisti, e sarà sicuramente interessante ed edificante, istruttivo, parteciparvi. Un plauso va all’amministrazione comunale e agli organizzatori, con tutto lo staff al completo. Tra i responsabili di “Dana”, citiamo la pittrice Maria Amendola – in arte Merita.

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.