Mostra di Cristina Cardaropoli - dal 15 al 21 luglio 2019

ScriptoriumQuesta settimana, dal 15 al 21 di luglio, nei corridoi del municipio di Mercato S. Severino esporrà (orari di ufficio, dalle 9 alle 12.30 e nel primo pomeriggio) l’artista (umile ed eclettica) Cristina Cardaropoli. Una donna forte e temprata, che risiede a Siano. È il secondo degli innumerevoli appuntamenti della “Biennale delle arti diffuse” – con sottotitolo: “Artisti al Vanvitelli” (palazzo di città è noto, appunto, quale Palazzo Vanvitelli). L’esposizione andrà avanti per molti mesi, grazie alla presenza di ben quaranta artisti che allietano opportunamente la già magnifica location della sede comunale.

Tutto è stato organizzato dall’associazione “Dana. The labyrinth of the Goddess”, attiva tra Agropoli (sede principale), S. Severino e altri centri della provincia di Salerno. Tra gli organizzatori dell’estemporanea e della retrospettiva collettiva, ricordiamo la pittrice Maria Amendola – alias Merita (suo nome d’arte) – e tanti altri. Tornando a noi, la Cardaropoli metterà in mostra alcune tra le opere più significative e pregnanti del proprio repertorio. Cristina Cardaropoli è la seconda espositrice, dopo la settimana in cui ha presentato i manufatti Andrea Tabacco di Salerno. Il tema di quest’ultimo è stato: “Momenti”. Invece l’argomento cui si è ispirata la Nostra verte su “Emozioni: lo sguardo della mia anima”. È da notare che i primi due artisti “in lizza” (se così possiamo affermare) hanno vinto la prima edizione della kermesse “Biennale delle arti diffuse” – in atto gli scorsi 21 e 22 giugno presso il centralissimo corso Diaz. Nella due giorni, tutti e quaranta i creativi che adesso sono “operativi” al Comune hanno dipinto le loro fantastiche creazioni in estemporanea lungo il corso; i primi classificati sono stati appunto Tabacco e la Cardaropoli. Due le sezioni e/o categorie alle quali i pittori hanno aderito: “Mercato S. Severino. Emozioni su tela” e “Tema libero”. La tela realizzata da Cristina Cardaropoli aveva (ha) a titolo “L’assenza”. Si tratta di una tecnica mista, che ha permesso di riprodurre un ideale albero – utilizzando plastica da imballaggio. Alla seconda espositrice abbiamo rivolto alcune domande. Ad esempio, abbiamo chiesto il motivo e la causa della sua predilezione per l’arte moderna, che ha portato anche a tale contest – la Nostra è stata spinta da molteplici ragioni. Ha affermato Cristina Cardaropoli: “E’ stato un fatto istintivo, genuino. Anche il quadro “L’assenza” prende spunto dalla mia storia personale, la perdita di mio fratello – a causa di un tumore. Ciò mi ha fatto molto soffrire, quindi mi sono avvicinata proprio all’arte moderna. In cui ogni cosa ha un significato particolare, astratto sì ma reale. Nel quadro che ha vinto la prima Biennale, anche il colore simboleggia un mio moto d’animo. L’albero è un po’ quello genealogico – della mia famiglia, a cui sono sempre stata legata. Nell’opera è illustrata un’altalena vuota”. Un altro quadro, tra i tuoi, che abbia per te un senso, un significato altrettanto particolare? Risposta: “Sicuramente La bellezza, del 2019. Un acrilico su tela. È un manufatto che, per me, veicola valori sociali. Sulle donne abusate; sulla condizione femminile. La donna, infatti, oltre alle gambe mostra cervello, intelligenza, sensibilità, forza, coraggio. Oltre che dedizione”. Tali domande sono più “speciali” e/o particolari; ne abbiamo rivolte altre più… “standard”. Cos’è per te l’arte? “Essenzialmente un’espressione dell’anima. Per far risaltare il mio “Io” più autentico e sincero, in un mondo di falsità e maschere. Cosa intendi rappresentare, nelle tue creazioni? “Appunto le emozioni dolorose legate alla scomparsa dell’amatissimo fratello. Spero che ciò possa far riflettere, insegnare come sostenere e superare la sofferenza e il dolore”. Quale artista del passato ti ha ispirato e a cui ti sei ispirata? “Mi ha sempre affascinata Pablo Picasso; soprattutto le sue tinte malinconiche e tenui. Mi è piaciuta “Guernica”, perché qui l’artista spagnolo traccia un parallelismo tra la guerra e le corride – dove si uccidono i tori, come le persone nei conflitti”. Da quanto dipingi? E perché? “Da poco, relativamente. Da circa un anno, senza un perché specifico”. Qual è la principale funzione (catartica?) dell’arte – in genere e tua? “Quella di educare la società e soprattutto le nuove generazioni al bello ma anche all’utile. L’arte, infatti, non è vana o autoreferenziale. Ogni artista esprime i suoi sentimenti, ma il pubblico ritrova i propri. Io scrivo anche poesie, spazio tra vari tipi di espressione artistica”. Cosa dice l’arte oggi? “Ha sempre senso, ha una funzione educativa. Spero anche per i fruitori. È una terapia per la psiche, oltre che per l’anima. L’arte mi ha aiutata, mi ha cambiata in meglio. Mi ha rilassata, ha conferito un senso all’esistenza”. E dopo l’appuntamento con la pittrice sianese, la prossima settimana ci saranno altri “biennalisti” – se così possiamo dire. Un plauso anche ad essi.

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.