San Vincenzo - La Storia

storia

La frazione di S. Vincenzo sorge a brevissima distanza dal capoluogo, e si chiama così in onore del suo santo protettore. Il casale si è sviluppato nel Medioevo; la prima notizia risale al 1309. Non si sa con precisione quando sia nata la prima chiesa, ma essa è diventata tristemente famosa nel 500 per gli abusi concernenti la dignità del luogo sacro. A breve distanza da Mercato sorge il piccolo casale di San Vincenzo. Abbiamo raggruppato con questo anche il casale di Priscoli e i villaggi di Capocasale, Lombardi e San Martino perché presentavano caratteristiche socio-economiche e strutture abitative molto simili.

Tra questi , Lombardi è un toponimo longobardo e anche San Martino ricorda una dedicazione ecclesiale tipica di quel popolo. L’insieme di tali centri urbani nel 1817 contava 88 abitazioni delle quali 52 appartenenti ad agricoltori e possidenti, 16 ad artigiani, 14 a forestieri e titolari non qualificati e 6 a Enti ecclesiastici. La fonte catastale conferma la  struttura prevalentemente agricola di questi insediamenti, caratterizzati da pochi caseggiati della fascia media e povera articcolati su due piani (74 locali terranei e 212 soprani). Il 61% di questi 88 edifici era infatti formato da case medie, il 38%  da case povere e solo l’1%  era costituito da tuguri; assenti erano invece le abitazioni signorili.

Non mancavano però alcuni decorosi edifici  come quelli del medico napoletano Grimaldi, propietario a Capocasale di una abitazione censita nella terza classe e la dimora della famiglia Palmieri, costituita da 9 vani e registrata nella quarta classe. A San Martino i benestanti Mari possedevano ben 7 case di cui 2 accatastate nella terza e nella quarta classe. Priscoli era sede della Congrega del Santissimo Sacramento, la quale fungeva da parrocchia anche per gli aggregati abitativi di Capocasale, Lombardi e San Martino, mentre a San Vincenzo, al centro del paese era situata la parrocchia omonima

Numerose erano le strade che ammagliavano i due casali ed i tre aggregati urbani. San Vincenzo era attraversato dalla provinciale Codola che, allacciandosi alla rotabile delle Camerelle, collegava l’area sanseverinese con il comune di Castel San Giorgio. L’abitato di Priscoli era tagliato dalla strada Ciorani, lungo la rotabile che, dipartendosi dalla Codola, congiungeva il territorio del nostro comune con quello di Bracigliano. Sempre da San Vincenzo si dipartiva la via Lombardi; quest’ultima rotabile era soggetta d’inverno a frequenti inondazioni dovuti agli straripamenti del torrente Lavinario che attraversava Capocasale.

Da San Martino si dipartiva, infine, non solo la comunale omonima che tagliava il torrente, ma anche la strada Tre Castagni che si allacciava alla provinciale Codola.