Costa - La Storia

storiaCosta si trova alle falde della collina Carpineto. E’ un paese ricco di prodotti agricoli, cave di pietra, ed è noto per gli scalpellini che hanno lasciato il segno nel cimitero presente nel paese. Tra i mestieri più praticati c’è quella del “molinaro” e del tessitore.Ubicato in pianura a 109 metri s.l.m. , Costa dista circa 4 chilometri da Mercato. Nel XII secolo il casale, insieme ad Oscato e Monticelli, era stato fondato dai Sanseverino alla Badia di Cava. Nel 1817 l’impianto urbano era formato da 79 abitazioni articolate su 2 livelli: 107 i vani sottani e 97 i soprani. Di questi edifici, 41 appartenevano a contadini e allevatori, 5 a possidenti, 21 ad artigiani e commercianti (tra i quali ben 6 a molinari), 2 a speziali, 4 a forestieri, 3 a sacerdoti e 3 a titolari non qualificati. Anche a Costa, come gli altri casali a forte presenza contadina, l’assetto delle abitazioni era strutturato secondo le esigenze della produzione agricola.

La fonte catastale rileva una prevalenza di abitazioni povere, (52,9%) su quelle medie (36,8%) e solo pochissimi tuguri. In questo panorama edilizio spiccava, per interesse architettonico, la casa palazziata del commerciante napoletano Pergamo. Tale abitazione, censita nella prima classe, era composta da 8 stanze a pian terreno e 10 al primo piano, ma questo decoroso edificio si ergeva solitario su un panorama costituito da mediocri abitazioni accatastate nelle classi quinta e sesta. Il censimento del 1815 attesta la presenza di 420 abitanti che vivevano in 79 case con una media di 5,3 persone per ogni abitazione. Un indice di affollamento elevato se lo paragoniamo alla punta massima di 6 abitanti registrata a Pandola. Fino al 1881 la consistenza urbana del casale crescerà di poche unità: le abitazioni censite saranno 104.

A Costa erano attivi numerosi “pipernieri” e scalpellini. Ancora oggi fanno bella mostra alcuni portali pregevolissimi e paracarri in pietra: la testimonianza più antica è un portale del 1733. la fortuna di questa attività, la cui origine sembra essere al quanto remota, deve ricercarsi nella presenza, alla periferia del paese, di un particolare tipo di calcare dal colore grigio con striature bianche che conferisce al manufatto gradevoli variazioni cromatiche. Sono tuttora presenti a Costa le tracce di alcune fornaci (“carcare”) utilizzate per calcinare le pietre che hanno constituito un elemento originale nell’architettura del luogo. I prodotti dell’artigianato locale hanno reso pregevole la rifinitura degli edifici, l’arredo urbano e quello degli interni. 

Il reticolo viario era variamente articolato: via Pendino, via Tufara, via del Pozzo, via San Salvatore, via Cupa (o Cupitella), successivamente denominata strada Ferrovia . Costa era poi collegata con la località Ospizio tramite la rotabile omonima e la via Marigliano, e con il casale di Sant’Angelo per mezzo della via Dogare. La strada Traìno, prima denominata via Cimitero, conduceva al cimitero di Costa, poco distante dall’abitato, a confine con il comune di Castel San Giorigio.