Troisio, il capostipite della famiglia Sanseverino, e l'epiteto "de rota"

04092016 castello

"de rota", è questo l'epiteto con cui papa Alessandro II, il 12 ottobre del 1067, identificava il Normanno "troisium", capostipite della nobile famiglia Sanseverino. Le foto rimandano alla Bolla Ex considerazioni pastorali, con la quale papa Alessandro II confermava ad Alfano, Arcivescovo di Salerno, tutti i privilegi concessi alla Chiesa Salernitana dai suoi predecessori. Il Pontefice, inoltre, rimetteva nelle mani dell'Arcivescovo le terre e le corti per le quali egli (Alfano) protestava contro Troisio de Rota, il quale le invase e le deteneva in suo potere.Così: "Stando Noi a Salerno e rifiutandosi egli (Troisio) ostinatamente di stare alla giustizia, Noi lo scomunicammo. Egli in seguito ravvedutosi, rimise nelle nostre mani a Capua quelle terre e corti, che nell'anno precedente alla sua entrata in Rota aveva usurpato alla Chiesa Salernitana"

1 Ruggero II di San Severino (1237 - 1285) PARTE I

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La battaglia di Benevento, del 26 febbraio 1266, sancì in Italia la vittoria della teocrazia papale sulla politica ghibellina, quest'ultima capeggiata dalla famiglia degli Hohenstaufen, e vide instaurarsi l'astro degli Angioini nel Regno di Sicilia. Il conte Ruggero II di San Severino (1266-1285) - già capitano dell'esercito pontificio-, grazie al valore dimostrato nella battaglia e alla fedeltà riportata verso la causa guelfa, poté finalmente fare ritorno dal suo esilio, insieme con sua moglie Teodora, sorella di S. Tommaso d'Aquino, riprendendo il possesso dei suoi maggiori feudi, tra cui il castello di San Severino.

Tommaso II di San Severino (1285 - 1324)

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Poi che dire del valoroso conte Tommaso II di San Severino, nipote del Santo Aquinate, che, nella Guerra del Vespro (1282 - 1302), fu nominato, da re Carlo II d'Angiò (1285 - 1309), Generale per il Giustizierato della Calabria, Comandante supremo del Principato e continuatore della linea difensiva Policastro-Basilicata (poi estesa all'asse costiera da Salerno ad Agropoli), messa in campo già da suo padre Ruggero II (1266 - 1285). Come fu quella del grande generale romano, Quinto Fabio Massimo (233 - 203 a.C.), così anche Tommaso si avvalse del genio militare del Temporeggiatore.

Bianca Giovanna Sforza, moglie di Galeazzo Sanseverino

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"Ritratto di una Sforza", conosciuto anche col nome di "Bella Principessa", disegno di Leonardo da Vinci (1496 circa). L'opera, attribuita al Maestro da Vinci secondo diversi storici dell'arte, in particolar modo Martin Kemp e Carlo Predetti, tra i massimi esperti di Leonardo, raffigurerebbe Bianca Sforza (m. 1496), figlia di Ludovico il Moro, signore di Milano, e della sua amante Bernardina de Corradis. Bianca fu moglie di Galeazzo Sanseverino, capitano generale dell'esercito del Ducato di Milano, figlio di Roberto Sanseverino d'Aragona,

1 Sul Significato dell'Arma della Famiglia Sanseverino

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Secondo la storiografia - da fine Quattrocento in poi, su tutti ricordo il Volterrano -, a seguito del valore dimostrato da Ruggero II nella battaglia di Benevento, del 26 febbraio 1266, i Sanseverino avrebbero assunto come loro arma di famiglia uno scudo d'argento attraversato orizzontalmente da una fascia di colore rossa (d'argento, alla fascia rossa). Ma qual è il vero significato di questo stemma? Senza dilungarci su tutto ciò che comporta la scienza araldica, i suoi dettami e "capricci", entriamo in maniera schietta a cogliere -

2 Sul Significato dell'Arma della Famiglia Sanseverino

(eravamo rimasti... ) Vediamo allora che lo stemma dei Sanseverino è blasonato: "d'argento, alla fascia rossa". Ma è veramente questa la blasonatura corretta? Iniziamo subito col dire che il colore voluto da Ruggero per il campo del suo scudo, in realtà, dovette essere il bianco, successivamente sostituito dagli araldisti con l'argento per una questione puramente estetica. Questi infatti sostenevano che l'argento è da preferire al bianco perché considerato più splendente e più vicino al materiale reale dello scudo.