Sepolcro della Nobile Famiglia d'Aquino - Chiesa di Santa Maria Della Porta

Castello 14Il sarcofago raccoglie le spoglie mortali della contessa Teodora d'Aquino (m.1317), moglie di Ruggero II di San Severino (m.1285) e sorella di san Tommaso (m1274), oltre a quelle di altri due personaggi della famiglia d'Aquino: si tratta di Tommasello, figlio di un fratello di Teodora, e di Maria (m.1279), sorella maggiore della Contessa e dell'Aquinate, moglie di Guglielmo II di San Severino (m.1246), sventurato figlio primogenito del conte Tommaso I (m.1246) e fratello di Ruggero II, morto insieme al padre, nel loro castello di Sala Consilina (SA), a seguito della congiura ordita ai danni di Federico II di Svevia, passata alla storia col nome di Congiura di Capaccio.

Il Palazzo Comitale del Castello di San Severino (1076 - 1496 ca.)

Castello 14Castello di Mercato S. Severino (SA). Palatium castri. Residenza e strumento politico del ramo primario della nobile famiglia Sanseverino, il Palazzo comitale del castello di San Severino palesa tutta una serie di rimaneggiamenti susseguitisi nei suoi quattro secoli di funzionalità. Particolarmente interessanti risultano essere gli interventi civili e militari apportati, in epoca Angioina, per la sua trasformazione a Palazzo fortezza.
Tali lavori, infatti, furono voluti sia al fine di migliorare la qualità domestica della struttura, ad esempio attraverso la costruzione di nuovi e più comodi locali adibiti ad uso abitativo del signore e dei suoi famigliari, che per rispondere all'avvento delle armi da fuoco, giacché le vecchie mura castellane si presentavano troppo sottili per fronteggiare i colpi dell'artiglieria.

Castello di Mercato S. Severino (SA). Torre Sud-Ovest

Castello 15Innalzata nell'estremo versante sud-ovest del castrum, la torre, a pianta quadrata, era provvista di merlatura piana, ormai completamente perduta, e cisterna sottostante, ancora oggi per buona parte intatta. Il suo rimaneggiato dovette avvenire a scopi bellici; infatti, la parte frontale evidenzia un'apertura circolare, realizzata mediante la foratura e sagomatura di un tufo grigio, atta ad ospitare all'interno le armi da fuoco. È da notare l'assenza della base a scarpa e della massiccia mole, come ci si dovrebbe aspettare invece per una struttura vocata a fronteggiare l'artiglieria.

Concessione di Guglielmo I Sanseverino (Novembre 1169)

Castello 15Di seguito riportiamo una largizione di Guglielmo I di San Severino, dopo il suo rientro nei feudi paterni. Il Sanseverino, insieme a suo cognato il conte di Avellino Ruggero de Aquila, fu accusato di aver congiurato ai danni del re di Sicilia, Guglielmo I detto il Malo; inoltre, il conte di Avellino era anche colpevole di aver sposato Marotta Sanseverino, sorella maggiore di Guglielmo, senza aver prima ottenuto l'assenso regio.

Il Mausoleo Funebre del Conte Tommaso III Sanseverino (M. APRILE 1358)

Castello 14Nell'attuale chiesa di Sant'Antonio, appartente all'Ordine dei Frati Minori, innalzata a metà del Trecento (1358) nel borgo di Mercato, "in loco tamen ad hoc congruo" - come recita la Bolla di fondazione del convento, emanata il 6 agosto del 1358 da papa Innocenzo VI -, vi è ancora oggi conservato il mausoleo funebre di uno dei personaggi più emblematici della famiglia Sanseverino. Tommaso (III): è questo il nome a lui conferito dal padre Enrico e dalla madre Ilaria di Lauria, sicuramente in onore del nonno paterno, Tommaso II (m. 1324), eroe filo-angioino della rivolta dei Vespri siciliani.

La mano destra di San Tommaso d'Aquino

Quattordici anni dopo la morte del fratello Tommaso, Donna Teodora d'Aquino, moglie del conte Ruggero II di San Severino, domandò all'abate di Fossanova, Pietro da Monte San Giovanni, una reliquia dell'Aquinate, in quegli anni non ancora canonizzato. L'abate, allora, conoscendo il forte legame che aveva unito Tommaso con la sorella Teodora, recise la mano destra del Maestro, la stessa che, in vita, contribuì a gettare le basi teologiche e filosofiche della Chiesa cattolica. Avuta la sacra spoglia, la contessa di San Severino la fece collocare in un posto accessibile alle masse - così da non precludere in nessun modo l'accesso ai fedeli -, ove già da tempo venivano conservate anche le altre reliquie, ossia la chiesa di San Severino, come riportato dal documento coevo: