Maria “Passerella” e i suoi “primi” cent’anni, festeggiamenti a Pandola

Maria “Passerella” e i suoi “primi” cent’anni, festeggiamenti a Pandola

AnnaMariaPignataro

Cent’anni e non sentirli! Qual è il segreto della sua longevità? È presto detto: la fede, la dedizione alla famiglia, l’abitudine ai sacrifici. Nonna Biancamaria Pignataro, alias Maria “a passarella”, ha festeggiato l’importante traguardo in un tripudio di colori, suoni, euforia. Attorniata da figli, nipoti e pronipoti, familiari, amici e conoscenti; dalla fida badante Pia. La simpatica e dolce nonnina, residente a Pandola di Mercato San Severino, ha ricevuto la visita del primo cittadino Antonio Somma e del vicesindaco Enza Cavaliere. Anche lei abitante nella frazione. Essi, in data 3 gennaio 2025, le hanno regalato una targa augurale.

Il parroco, invece, le ha portato in dono una ceramica raffigurante S. Anna – patrona di queste zone. La forte e volitiva donna, sempre ben curata, mangia di tutto e con gusto. Però poco. Non disdegna un bel bicchiere di vino (preferibilmente rosso – sebbene non possa berne troppo, da alcuni anni – per motivi di salute) né i dolci. Che è sempre stata brava anche a cucinare: i familiari raccontano che spesso preparava le zeppole fritte – quelle che a Napoli vengono denominate “graffe”. Era brava in cucina – la vecchietta: tutti ricordano la speciale parmigiana di melenzane che portava in tavola. Una vita “avventurosa” la sua: oltre ad aver vissuto i tempi duri del secondo conflitto mondiale (si ricorda perfino della visita di Mussolini a San Severino; a bordo di una camionetta militare – che gettava caramelle e cioccolatini ai bambini), ha visto in faccia la miseria più nera. Il marito Antonio Ceccola, per giunta, da calzolaio che era si recò in Francia – a Forbach. Come operaio nelle miniere. Da lì inviava lettere e soldi in patria, dov’era la sua famiglia: Maria, per l’appunto, e tre figli. Andrea, il primogenito – deceduto nel 2007, Emilio e Giuseppe. La fame era tanta – in quel periodo, per tutta l’Italia. Figurarsi a Pandola! Perciò “a passarella”, che era un’ottima sarta, a volte “arrotondava” il magro stipendio recandosi a coltivare (“a giornata”) le cipolle. Proprio l’ortaggio per cui sono noti i Pandolesi – detti pure “cipollari” o “cepari”. Tornato in patria, Ceccola riprese l’attività di ciabattino (o “solachianelle” – in vernacolo), per poi prestare servizio come guardia giurata – presso il Banco di Napoli al capoluogo. Maria Pignataro era molto religiosa: nel 1942 fu tra le prime terziarie francescane, aderenti a questo movimento laico che segue la regola del santo di Assisi. Infatti, erano presenti al buffet e alle celebrazioni in suo onore alcuni membri del Terz’Ordine – una delegazione, con a capo padre Tarcisio Manta – frate del convento di S. Antonio. La donna ci ha raccontato – già alcuni giorni prima dell’evento augurale - aneddoti della sua vita e ha avuto, per il futuro, un pensiero dedicato a malati e sofferenti. In particolare, consiglia ai giovani d’oggi di “lavorare e fare figli”. La bontà, l’umiltà, la serenità hanno reso la nonnina prodiga di cure per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di viverle accanto. Nel bene e nel male, sempre sorretta da un fervore religioso fuori dal comune. Quando s’iscrisse al citato Terz’Ordine, ella cambiò nome – in favore di S. Lucia. Fino agli anni ’70, infatti, gli iscritti al movimento laico dovevano indicare un nuovo nominativo. La rappresentanza di terziari, che era in casa di Maria nel corso dei festeggiamenti, addirittura intende “celebrarla” (anche) quale “decana” dei terziari sanseverinesi – e non solo. Maria ha un mucchio di aneddoti da raccontare – e/o dei quali è stata protagonista: molti di questi sono proprio in relazione con il suo fervido cattolicesimo. Come lei stessa ha dichiarato, ha fatto tanto per l’istituzione ecclesiastica: la nonnina era sempre presente in chiesa, a recitare rosari e a consigliare per il meglio i coristi. C’è chi la ricorda presso una cappella privata, mentre so occupava della vendita di giocattoli e/o chincaglierie. Altri, comunque, serbano di lei un ricordo dolce. Essendo premurosa e gentile. Con una parola buona e un sorriso per tutti. Era nipote di un sacerdote, don Aniello Pignataro. Biancamaria voleva essere introdotta nell’ambiente ecclesiastico, dunque frequentò un convento a Monte Mario (Roma). Pare che sia rimasta lì per un paio d’anni, però – nel periodo di discernimento – capì di non possedere la vocazione alla vita consacrata. Sebbene al centro di tante manifestazioni ed iniziative tra Pandola, Mercato San Severino e luoghi limitrofi. Alla fine, anche lo zio prete (don Aniello) concluse che - per lei - era meglio aspirare alla santità come una buona madre di famiglia che a guisa di suora; all’interno di un chiostro. Ad indicare che il Paradiso non è “prerogativa” solo per presbiteri, frati e consorelle. La stessa “passerella” rivela che, in seguito di un pellegrinaggio al santuario di S. Gerardo, in confessione il sacerdote la esortò a partorire un terzo figlio. Lei – ricordiamo – ne aveva già partoriti due. E così fu. Anche il terzogenito vide la luce: i rampolli sono (od erano) Andrea, morto a 63 anni – nel 2007; Emilio (che ha 77 anni) e Giuseppe. Allevati con amore, come tutti i nipoti e i pronipoti: tra questi, ricordiamo Benito - il primo - e Gabriel, che ha solo 5 anni. Tutti presenti, tra lampi e flash di scatti e riprese; in una stanza a modo e molto linda. Un’abitazione sita in via S. Rocco, 4 – a Pandola; una casa a due piani, d’epoca. La centenaria ha sempre vissuto qui. Ivi ha condotto un’esistenza semplice e serena – pur nelle numerose difficoltà dei tempi che furono. Peraltro al Meridione, area sempre vituperata e umiliata – pure dai connazionali del Nord. La festa per i suoi “primi” cent’anni ha dimostrato, per l’appunto, quel senso di famiglia e di cooperazione che (fortunatamente) ancora “resiste” ai nostri giorni. Sempre nel Sud Italia; qui si respira – maggiormente che altrove - l’aiuto tra membri di una collettività. Di una comunità unita, coesa. Come nel nostro caso – quando è stata festeggiata la lucida vecchietta, analisi regolari; solo un po’ ipoudente e con problemi di cataratta. Per l’occasione, Maria è stata ben truccata, i capelli argentei erano stati acconciati in maniera ottimale. La preparazione per la festicciola è emersa dalle numerose fotografie, che hanno ritratto lei; tutti i parenti e gli amici; i conoscenti e i visitatori. Tra gli scatti, quelli alla torta. Il dolce è stato approntato da una nota pasticceria della frazione. Che dire di più? Tantissimo ancora! Dalla bella chiacchierata con noi cronisti, sono scaturiti interessanti dettagli e storie dense di valori e di interesse. Un fiume in piena, la donnina! Altri resoconti ci sono stati “offerti” dai parenti. Curiosità dolci e che fanno riflettere e che costruiscono un ponte su un passato di privazioni, certo, ma anche di piccole gioie quotidiane. Per la “passerella” è stato così. Pensando al marito lontano, a faticare nelle miniere di carbone – manutentore dei carrelli – e vivo per miracolo, essendogli accaduto un incidente che poteva costargli la vita: una volta un carrello si sganciò ed egli stava per essere travolto. Antonio Ceccola – è una curiosità – morì nello stesso giorno e alla stessa ora di papa Giovanni Paolo II: il 2 aprile 2005, alle 21.37. Oltre ad aver accudito marito e figli, nella sua vita, la simpatica donnicciola ha detto di aver curato anche la suocera. Una persona dal carattere molto forte. Ma che lei ha sempre rispettato. La famiglia d’origine di Maria Pignataro – quattro figli, tre femmine (compresa lei) e un maschio – non vive a Pandola, ma (a quanto è stato affermato) a Montecatini. Dall’archivio della memoria sgorgano altri spunti e/o “fatterelli” vintage: ad esempio, la storia d’amore tra la passerella e il marito Antonio. Tutto parte dalla prima infanzia, alle scuole elementari. Per inciso, la dolce Maria (quinta elementare) voleva continuare a studiare; bramava fare la maestra d’asilo, ma i tempi erano miseri - la povertà avanzava. Così lei, come tanti altri – in quell’epoca – rinunciò al suo sogno e cominciò a lavorare, in giovane età, per sostentare la famiglia. Sembra – anche tale racconto è curioso – il marito si sia innamorato di lei quando erano poco più che bambini. Lungo il tragitto per le scuole elementari, verso i 10 anni, essi si incontravano quando percorrevano (a piedi) le strade sterrate della frazione. Si frequentavano come compagni di scuola, ma – ad un certo punto – Tonino le gettava dei sassolini tra i piedi. Per provocarla. Era un segno d’interesse, d’amore – per farle capire che ne era invaghito. In seguito, egli si presentò ufficialmente in famiglia. E la passerella ricorda che recò in dono tre paste dolci. Ecco, quindi, come nasce la famiglia Ceccola. I cui componenti sono unitissimi. Tra i nipoti di questa donna, chiamata “passerella” dall’uso di cacciare passeri, a cura del nonno, citiamo Antonio; Maria; Tiziana; Raffaella; Pasquale; Carmen; Marianna e Paola Ceccola. Tutti stretti intorno a lei, sia metaforicamente che dal punto di vista “fisico”. E la centenaria al centro dell’attenzione, meritatamente, dopo un secolo di sacrifici e di rinunce. Biancamaria ha molto apprezzato la vicinanza delle istituzioni; la presenza del primo cittadino accanto a lei. Per la dolce nonnina, ecco un ricco buffet; la torta; tanti fiori; la targa dell’amministrazione comunale; la maiolica con S. Anna; la dedica dei nipoti; la pergamena del Terz’Ordine e lo scapolare del 1972 – consegnato dall’indimenticato padre Modesto Russo. E una bella serata invernale, ma di allegria e partecipazione. Nella quale si sono fusi insieme tanti ricordi, pure – per esempio – riguardo i cittadini di Pandola conosciuti dalla Pignataro: lei ha ammesso di ricordare il compianto don Salvatore Guadagno – a suo tempo parroco proprio nella località. Il 3 gennaio 2025 ha visto tale fattispecie positiva, ma esattamente cent’anni prima – quando la passerella emetteva i vagiti da neonata – il malaugurato discorso di Mussolini sul delitto Matteotti apriva, all’Italia e al mondo intero, il neonato Ventennio fascista. Che lutti e disgrazie ha causato, a livello internazionale e nazionale.

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.