Curiosità e opinioni positive per l’apertura del monumentale presepe, allestito presso il chiostro della parrocchia di S. Antonio di Mercato San Severino: come da tradizione, l’alacre gruppo di presepisti - che orbitano attorno al convento francescano – il giorno 8 dicembre “consegna”, alla cittadinanza tutta, il frutto del proprio lavoro. La solennità dell’Immacolata vede, infatti, l’inaugurazione del manufatto. Ogni anno diverso, sempre innovativo. A veicolare la “lieta novella” del Verbo fatto carne, piccino e umile. Per riscattare, a carissimo prezzo – quello della propria vita – l’umanità disorientata e smarrita, tra le lusinghe e le catene del peccato.
Anche per il 2024/2025, la natività rappresenta il passaggio del visitatore/pellegrino, lungo quei pochi metri del chiostro che uniscono l’intero allestimento alla vivida immagine della Sacra Famiglia. Tra volute, capitelli, ghirigori e tanti elementi del tipico presepe napoletano – quello del ‘700, per intenderci; portato al Sud da S. Gaetano da Thiene e subito inglobato nella cultura locale – ogni volta stupefacente. Con innovazioni e particolari sempre diversi. Anche nei temi: per il 2024/2025 – in vista anche del Giubileo, che annovererà proprio la chiesa di S. Antonio - tra gli itinerari religiosi da visitare – il manufatto si ispira alla pace. Cosa chiedere, d’altronde, di più necessario della pace in tutto il mondo? È ciò che serve al pianeta, in questi anni di guerra. Il presepe di S. Antonio sarà aperto, fino quasi al termine di gennaio, tutti i giorni feriali dalle 17 alle 20.30 e – per quelli festivi – dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 21. Consigliamo vivamente a tutti, soprattutto ai bambini e ai giovani, di visitarlo. E di visitare, anche, il manufatto presepistico della chiesa di San Giovanni in Parco. Sempre a San Severino. Pure questo merita attenzione ed evoca stupore; se ne occupano vari collaboratori della chiesa di San Giovanni. Magistralmente e opportunamente guidati dalla professoressa Elena Pironti. Entrambi vengono elaborati in maniera diversa – e con tematiche diverse – ogni anno. Con tanto di spiegazioni. Per esempio, a San Giovanni l’argomento di quest’anno verte su Roma e sul giubileo. La pace nei cuori – come già detto – riempie (di senso e di poesia) lo spirito del presepe di S. Antonio. All’ingresso, da anni, un dipinto di padre Tarcisio Manta – che risiede appunto nel convento. Tale dipinto riprende il dono delle stimmate di S. Francesco (protettore del convento/parrocchia) – in occasione degli 800 anni di questo mistero. A spiegare il tutto, un’opportuna didascalia/legenda. Posta nei pressi del manufatto. Che racconta di come, due anni prima della morte, il santo ebbe una visione in cui un angelo serafino (la schiera più infiammata d’amore per Dio) gli impresse i segni dei chiodi del Cristo sul corpo. L’allestimento prosegue, sempre verso l’entrata, con una casa gentilizia (nobile, pagana – da “gens”) con colonne e archi in entrambi i lati. Lungo il percorso, ecco altre case; una bella e dettagliata fontana (con tante decorazioni) e terrazzi ed arcate varie. Tra le novità per il 2024/2025: una rampa, sotto un tunnel, da intraprendere in salita per giungere dinanzi alla natività. La rappresentazione della santa famiglia è sviluppata su di un caseggiato, in un rudere sopra il quale è disposta, appunto, la scena della nascita del Cristo. L’intero corpo è collegato alla parte centrale, tramite una scala. Le misure della creazione presepiale sono: circa 30 metri di lunghezza e 4 di altezza. I materiali, come di consueto, sono di riciclo. Reperiti dagli stessi presepisti “a chilometro zero”, e – talvolta - a “costo zero; grazie al buon cuore e alla disponibilità di amici e commercianti sensibili al bello. Il presepio è – difatti – composto da legno, carta, cartone, polistirene. Per la prima volta, nel 2024, i responsabili hanno iniziato a lavorare il 15 settembre. Le volte precedenti, invece, si inizia – tradizionalmente – dopo il 4 ottobre: ricorrenza di S. Francesco; il 5 di ottobre già ci si prepara. Allo scopo di mantenere questa bellissima tradizione – che va avanti da decenni. Grazie a tanti gruppi di appassionati – guidati dall’architetto Gino Noia, storico locale ed intellettuale della Valle Irno, scomparso nel 2011. Il gruppo di referenti è molto affiatato, ci si incontra per condividere i momenti di “fatica” ma anche quelli di agape fraterna. Sarebbe bello vedere tanti giovanissimi, che – magari – stanno un po’ a “ciondolare” in mezzo alla strada, offrire un proprio contributo alla “nascita” del presepe. L’intento, “perseguito” anche dai frati francescani residenti al convento, è proprio questo. Il manufatto verrà smantellato il 2 febbraio, quando ricorre la presentazione di Gesù al tempio (la Candelora). I francescani stessi, guidati da padre Salvatore Manzo, ringraziano per l’operosità dimostrata tutto il gruppo. Ed anche qualche volontario “meno adulto” che ha inteso partecipare ai lavori – com’è successo stavolta. Perché il presepio deve sì piacere, ma è maggiormente significativo che sia costruito, con amore e sacrificio, da chi vuole. Infatti, padre Salvatore dichiara: “Realizzare fattivamente la sacra rappresentazione è donare la propria interiorità a Dio”. C’è – insomma – una “ricerca”. Sono sempre parole dei francescani sanseverinesi.Il 2024 ha visto organizzarsi numerose iniziative di giubilo e di esultanza: sono stati festeggiati i “primi” cinquant’anni dall’istituzione della parrocchia – sebbene la struttura dove dimorano i frati, nonché la chiesa stessa, siano chiaramente anteriori. Per questo, ecco allestire mostre fotografiche sugli anni passati vissuti a S. Antonio; momenti di riflessione e catechesi; addirittura un concerto finale a novembre. Tutto merito dei francescani e delle persone che regalano il loro tempo per questa splendida realtà. Che – tra l’altro – ospita gli assistiti e i volontari della Caritas (interparrocchiale), a condividere bisogni ed esigenze. Emergenze. Sempre nel 2024, è stato celebrato l’800° anniversario della primissima natività (vivente): il presepio di Greccio. Voluto da San Francesco d’Assisi. I catechisti hanno – dunque – guidato i propri “allievi” nel realizzare cartelloni in merito a questa ricorrenza. Quest’anno, invece, i bambini dovranno elaborare la tematica della pace nel mondo. Con ogni sorta di contributo: disegni, poesie e altro. Frutto della loro fantasia e dell’innocenza. Fino ad arrivare a Cristo, la vera Pace. Tutto ciò, lungo il chiostro e prima di giungere a visitare l’opera sopra descritta. Rispondendo alla fatidica domanda di Eduardo De Filippo: “Ti piace o presepio?”, ecco il nostro, accorato e splendente “Sì!”. Con tutta la voce, con tutto il cuore!
Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della
Dott.ssa Anna Maria Noia.