Le “Fontanelle” di Lombardi/ S Martino e altri riti di purificazione a San Severino

Le “Fontanelle” di Lombardi/ S Martino e altri riti di purificazione a San Severino

SanVincenzo

Domenica 15 settembre ritorna, nella frazione sanseverinese di Lombardi (in realtà tra le località viciniori di S. Martino e Lombardi), la consueta tradizione delle “Fontanelle”. Un rito apotropaico, di antichissime origini, recuperato da una ventina d’anni – grazie a un gruppo di volontari, tra cui Andrea Coppola. Ma non solo. Si tratta di un’occasione per celebrare il “culto” della madre terra; per festeggiare l’avvento della stagione autunnale.Molto probabilmente, è opinione di chi scrive, il termine “autunno” deriva l’etimo dalla divinità preistorica e/o protostorica (poi giunta a Greci e Romani) Atunis.

Poi trasformato in Adone. Di questo dio si rimembra la bellezza, nell’espressione popolaresca: “Sei un Adone”, e i “giardini di Adone” – che preludono e rimandano all’altare “della reposizione” del giovedì santo. Solo il venerdì santo l’altare della reposizione è denominato “sepolcro” – ammoniscono i sacerdoti. Torniamo a noi e alle “Fontanelle”. Dai retaggi pagani e/o paganeggianti, come sono molte tradizioni etnografiche “accettate” dal cattolicesimo – tra le quali le stesse processioni di santi e simulacri vari – le Fontanelle assumono simbolicità e valore ancestrali ma pregnanti. In un connubio tra presente e passato, che si origina dai culti protostorici. Come attesta la parola, nel rito del 15 settembre vi è la presenza dell’acqua. Acqua e fuoco, quest’ultimo “celebrato” appena un mese prima – a San Severino: il 15 agosto, col Ciuccio di Fuoco – sono elementi purificatori. Entrambi assurgono a eventi di riparazione dei “peccati” delle antiche collettività contadine. Il fuoco purifica bruciando, l’acqua lo fa con le lacrime o attraverso l’immersione: proprio “immersione” è il senso originario di “battesimo”. Da una parola greca che derivava – a sua volta – da questo primissimo sacramento di “apertura” della vita cristiana, in riferimento alla consuetudine di immergersi totalmente negli specchi d’acqua. Nel passato. Oggi, invece, il battesimo viene somministrato per infusione. Secondo la ritualità detta “Effatà”. O “Apriti”. Che permette, cioè, ai celebranti di aspergere il catecumeno (o battezzando - bambino, in genere, ai tempi nostri) con l’acqua benedetta e con il crisma (santificato/consacrato la notte di Pasqua) su bocca ed orecchie. Perché questi organi permettano al nuovo cristiano di proclamare e/o ascoltare la Parola di Dio. Un tempo, molte chiese non permettevano che i battezzandi, adulti, si introducessero in esse senza tale sacramento. Per questo motivo, i battisteri sorgevano fuori dalle “case del Signore” – come a Pisa, nella cosiddetta “Piazza dei miracoli”. E non soltanto. Di nuovo un excursus – di cui chiediamo venia. Ritorniamo a noi. Domenica alle 20, come ogni volta, il liquido “oro bianco” dell’intero pianeta sale per i pertugi di una specie di “torretta”. La torretta è opportunamente – doverosamente, ovviamente – addobbata con frutti e verdura tipicamente della stagione che “parte” (ufficialmente) il 23 settembre. L’equinozio d’autunno, così detto perché le ore del giorno e della notte si equivalgono: sono dodici e dodici. Pari. Il vocabolo indica “l’equità” tra notte e giorno – per l’appunto. Durante i solstizi, invece, il sole (il dio Sole, invincibile o invitto) dura più delle ore di oscurità – il 21 giugno – oppure meno, il 21 dicembre. Il primo è detto “solstizio d’estate”, l’altro è “solstizio d’inverno”. Da questa altra cultualità, mutuata dalle popolazioni protostoriche – agli albori della civiltà umana – nasce il giorno “dedicato” al Natale (il 25 dicembre) e tutte le festività o solennità da esso discendenti. Lo stesso giorno di Natale è “fissato” al 25 dicembre, proprio in virtù delle festività in onore di Ra, l’astro lucente. Il dio Sole, invitto – mai sconfitto. Sempre dal solstizio d’inverno, ecco discendere adagi popolari come: “A S. Lucia un passo di gallina, a S. Aniello un passo di vitello”. Diciture che si spiegano con la brevità delle ore di luce il 13 dicembre (quando il calendario riporta S. Lucia) e il 14 dello stesso mese – giorno di S. Aniello. Insomma, tutto prende moto dalla “vicinanza” del 13 e 14 dicembre all’entrata nell’inverno – proprio il 21 dicembre. Solo che – nel passato - il calendario in vigore era leggermente più “accorciato” rispetto a quello in vigore attualmente.Ritorniamo a Lombardi, a San Martino e alle Fontanelle. L’acqua sale, per capillarità, lungo appositi ugelli. Con delle sostanze colorate, tinte vivaci e decise. Come i colori dell’arcobaleno. Tutto in un’atmosfera soffusa e misterica, tra gli applausi della popolazione delle frazioni. Compostamente e compitamente assiepate, ogni 15 settembre, per assistere allo spettacolo. Tutto è dedicato alla Madonna Addolorata, che ricorre il 15 settembre stesso. Dopo che il corteo con il simulacro di Maria dei Dolori – alle 19 – sia passato tra le collettività di San Martino, Lombardi e oltre. Il programma dei festeggiamenti, consultabile sugli appositi account social, comincia (in genere) già ai primi di settembre – quando don Carmine Ascoli, a presiedere la parrocchia di S. Vincenzo, Bartolomeo e Martino, guida la comunità alla fiaccolata che prelude agli eventi per l’Addolorata. Quest’anno, l’8 settembre, i fedeli si sono recati alla volta di Capurso – Bari. Dove è ubicato il santuario della Madonna del Pozzo. Poi, sempre riguardo al 2024, ogni sera si è tenuto il settenario (cantato) in omaggio ai sette principali “dolori” di Maria. Il momento clou, dunque, domenica 15. Ricordiamo che le celebrazioni eucaristiche si terranno alle 8.30, 10 e 11.30. Tutto visibile sul sito della comunità parrocchiale. Le Fontanelle termineranno con uno spettacolo pirotecnico. L’acqua simboleggia anche le lacrime, lustrali e purificatorie, di Maria Vergine Addolorata. Allegorizzano lacrime anche i confetti delle spose e quelli lanciati, col riso, anche al carnevale di Montemarano e/o di altre zone dove si allestiscono happening carnascialeschi “all’antica” – diciamo così. Da notare che anche il mito/rito del Ciuccio di Fuoco – stavolta tra le frazioni Acigliano e Pandola, ma il 15 di agosto – viene inglobato dalla fede e dalla devozione/venerazione per la Madonna, quella Assunta. Come non comprendere che le devozioni religiose di oggigiorno non abbiano “assorbito” l’eredità degli antichi, dacché siamo “nani sulle spalle dei giganti”? Come poter contestare il sommo Dante, allorché è convinto – a ragione – che il mondo classico sia preparazione di quello cristiano? Rientrando “nei ranghi”, a parlar di tradizioni etnografiche, ribadiamo – come sempre – che la Madonna addolorata di Lombardi/San Martino è la stessa di Spiano. Almeno secondo una leggenda, peraltro assolutamente non confermata. Il simulacro di Spiano – la frazione dove l’Addolorata è venerata a Pasqua, con grande favore (e fervore, partecipato) di pubblico – sarebbe stato “conteso” tra le due zone. Pareva che la Madonna divenisse più pesante, muovendosi verso una frazione piuttosto che verso l’altra. Ma la magia della fede s’incontra con quella dei tempi trascorsi, rendendo più vivace e complesso il retaggio antropologico stesso. Anche a Spiano, comunque, in questo periodo si onora la Madre di Cristo. Infatti, sempre ricordando i portali web “dedicati” – quelli delle associazioni locali, su Facebook – la parrocchia di S. Croce e S. Clemente (tra Spiano, Monticelli e Corticelle – come unità pastorale) ha stilato un programma ad hoc. Per commemorare, degnamente, il XXV anniversario dell’incoronazione della statua di Maria – occorsa per mano di S. Giovanni Paolo II, l’8 settembre 1999. Per ricordare l’evento, grandi occasioni. Ne ricordiamo solo alcune, in atto domenica 15: alle 19, sua eccellenza il vescovo Andrea Bellandi presiederà il suo solenne pontificale, nel corso della funzione liturgica serale. Al termine, una fiaccolata aux flambeaux percorrerà corso Regina Elena e via Campitello. Come programma “civile”, invece, citiamo gli appuntamenti di sabato 14. Quando, alle 21, ci sarà uno spettacolo musicale. Ospiti: “Galaxy cover band anni ‘80” e Pino Franzese in concerto. Infine, si terrà l’estrazione della lotteria prevista nell’ambito dei festeggiamenti. Le chiese di Spiano, San Martino, San Vincenzo e dintorni sono acconce e intime. San Vincenzo, patrono dell’omonima frazione, ricorre il 22 gennaio. È originario di Saragozza e funge da patrono dei vignaiuoli e di Saint Vincent. Martire, non bisogna confonderlo con il santo omonimo che ricorre il 5 febbraio – ovvero S. Vincenzo Ferrer o Ferreri (pure spagnolo; apostolo dell’apocalisse). San Martino – com’è noto – si festeggia l’11 novembre. Soldato romano, originario di Tours, è denominato “patrono dei mariti traditi” (“cornuti”). A lui è “intitolata” la tre giorni di novembre (11-12-13), con clima generalmente mite e caldo. La cosiddetta “estate dei morti”, considerando che siamo a novembre – mese in cui ricordare i nostri defunti. Cosa volere di più? Nulla. Ricordiamoci delle nostre origini antropologiche – che si riflettono nelle manifestazioni religiose, ancora presenti ai nostri giorni.

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.