Il Mausoleo Funebre del Conte Tommaso III Sanseverino (M. APRILE 1358)

Il Mausoleo Funebre del Conte Tommaso III Sanseverino (M. APRILE 1358)

Castello 14Nell'attuale chiesa di Sant'Antonio, appartente all'Ordine dei Frati Minori, innalzata a metà del Trecento (1358) nel borgo di Mercato, "in loco tamen ad hoc congruo" - come recita la Bolla di fondazione del convento, emanata il 6 agosto del 1358 da papa Innocenzo VI -, vi è ancora oggi conservato il mausoleo funebre di uno dei personaggi più emblematici della famiglia Sanseverino. Tommaso (III): è questo il nome a lui conferito dal padre Enrico e dalla madre Ilaria di Lauria, sicuramente in onore del nonno paterno, Tommaso II (m. 1324), eroe filo-angioino della rivolta dei Vespri siciliani.

Il manufatto, considerato da diversi storici dell'arte tra i maggiori capolavori della scultura gotica trecentesca dell'Italia meridionale, è riconducibile alla bottega napoletana del maestro senese Tino di Camaino, e fu realizzato a pochi anni di distanza dal Monumento di Roberto d'Angiò nella Basilica di Santa Chiara a Napoli. Per la sua descrizione lasciamo la parola ai due compianti religiosi, Ottavio Caputo e Gabriele Cuomo, i quali, nell'anno 1976, donarono alle stampe un loro prezioso studio riguardante proprio la storia e l'arte della Chiesa di S. Antonio dei Frati Minori a Mercato, tracciando, inoltre, una descrizione artistica del monumento oggetto della nostra trattazione:
<<Installato in un'ampia nicchia, nel presbiterio. Esso è di marmo finissimo e di pregevole manifattura. Il sarcofago è sostenuto da quattro di figure alate, di grande leggiadria, simboleggianti le virtù: la Fede, la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza. La facciata anteriore reca dei bassorilievi rappresentanti al centro, Madonna seduta in trono col Bambino, che alza la destra benedicente e stringe nella sinistra un uccellino, ai lati tre Santi a sinistra e tre a destra: S. Caterina d'Alessandria, patrona della Scuola Salernitana, con la palma del martirio, da lei subito sulla ruota; S. Giovanni Battista col cartiglio, recante " Ecce Agnus Dei" e l'indice che indica il Salvatore; S. Pietro con le chiavi e il libro; S. Agnese, che presenta una devota alla Madonna (figura questa da identificarsi - secondo lo storico dell'arte Antonio Braca -, presumibilmente, con la seconda moglie del Conte, Margherita Clignetta, committente del sepolcro); S. Giovanni Evangelista con la penna ed il vangelo; S. Paolo con la spada e il libro. Sulle due facce laterali, due Santi: S. Francesco e S. Benedetto. Sul sarcofago è la figura giacente del defunto, vestito del saio francescano, con i piedi nudi, le braccia al sen conserte, con la testa, coperta dal cappuccio, poggiata su un cuscino a fiori. Il volto augusto e sereno è ricomposto nella solennità della morte. Inserita nell'arco è la mensola sulla quale è rappresentato il defunto nella funzione di Gran Conetestabile del Regno, seduto fra tre persone a sinistra e tre a destra. (Tre delle sei figure - mi riferisco a quelle collocate alla sinistra del Conte - rappresentano altrettanti cavalieri armati di spade, di cui uno ripreso nell'atto di rendere omaggio al Connestabile. Le altre tre fattezze, invece, di genere femminile, riprendono dame di corte la cui identità è ancora dibattuta). Lo stemma dei Sanseverino è ripetuto tre volte nella lastra superiore e sei volte nei triangoli mistilinei tra gli archi che racchiudono le figure dei Santi>>.
Nella parte frontale del coperchio della cassa, vi si legge:

HIC JACET CORPUS MAGNIFICI VIRI DOMINI THOMMASII DE SANCTOSEVERINO COMITIS MARSICI, BARONIARUM SANCTISEVERINI, CILENTI, LAURIE ET CASTRI SANCTI GEORGII, DOMINI ET MAGNI REGNI SICILIAE COMESTABULI, QUI OBIIT ANNO DOMINI MCCCLVIII APRELIS XI INDICTIONE CUIUS ANIMA REQUISCAT IN PACE. AMEN AMEN

L'opera scultorea fu visitata dallo storico dell'arte francese Émile Bertaux, nell'anno 1898. Essa è stata anche oggetto di un restauro conservativo nel 2015. I lavori, finanziati interamente dai monaci del convento francescano ove è custodita, furono condotti dalla ditta Nova Ars e supervisionati dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Salerno e Avellino. Uno degli elementi più interessanti, venuti alla luce a seguito di tale risanamento, è la presenza di una discreta traccia di pigmentazione, dato che ha spinto gli esperti a propendere per una colorazione originaria del mausoleo. La sua realizzazione - secondo Braca - avvenne negli anni immediatamente successivi alla morte del Conte (aprile 1358), verosimilmente non oltre il 1360.

Nelle foto: Chiesa di S. Antonio del Convento dei Frati Minori, Mercato S. Severino (SA). Mausoleo funebre del conte Tommaso III di San Severino e manifesto, del 2015, della presentazione al pubblico del RESTAURO DEL MONUMENTO FUNEBRE DI TOMMASO III SANSEVERINO (1358)

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un intervento del
Dott. Michele Cerrato.
Appunti di Storia Sanseverinese, 2024.

 

 RestauroTommasoIII