Il culto di S. Anna a Pandola di M.S.Severino. tra il passato e il presente

Il culto di S. Anna a Pandola di M.S.Severino. tra il passato e il presente


SanVincenzo

S. Anna è la patrona dei moscerini”, recita un vecchio adagio sanseverinese – opportunamente tradotto dal vernacolo partenopeo. Ciò a significare che è tempo di umidità e calore estivi e, appunto, moscerini – attorno ai lampioni, nel mese di luglio.Ma S. Anna, nella Valle Irno – soprattutto a Pellezzano e a Mercato San Severino (frazione di Pandola) – è veneratissima patrona. Soprattutto delle partorienti, vestita – com’è – di verde e giallo. Simbolo di fertilità, della natura. Una leggenda afferma che le donne in procinto di avere figli pongono le proprie urine dietro la porta, nella ricorrenza della santa; così da essere feconde.

Un’ulteriore leggenda dice che – proprio nei mesi estivi, da luglio in poi – nasce a S. Anna la tradizione culinaria del pollo “scucchiato”: evirando i capponi per Natale, capitava che qualche “pollastro” venisse tagliato male. Ed ecco l’idea di cuocerlo nello strutto (o sugna: in Napoletano “nzogna”). Per festeggiare la nonna di Gesù, ricordata assieme al marito S. Gioacchino – il 26 luglio – nella stessa Valle dell’Irno ci sono sempre state occasioni di festa, laiche e religiose. Ricordiamo, per quanto concerne Mercato San Severino e la frazione Pandola, quelle relative al 2024. Cominciamo con il programma religioso, organizzato presso la chiesa dedicata alla santa: dopo alcuni eventi, sempre legati alla madre della Madonna, nei giorni precedenti, per quelli a venire ricordiamo l’apertura della chiesa e lo scampanio venerdì 26 luglio. A partire dalle 4 del mattino. Officerà questa prima funzione don Giuseppe Laterza – da alcuni anni parroco sia di Pandola che dell’altra frazione viciniore: Acigliano. Poi – ore 5 – celebrerà don Gianluca Iacovazzo. Alle 6, ecco don Raffaele De Cristofaro; alle 7 sarà la volta di don Enrico Giarletta. Alle 8, don Gaetano Landi proclamerà la Parola di Dio nella congrega di S. Maria della Libera: la Madonna della cintola, oppure – secondo altre versioni – della bilancia (libra). Antico bene di Mercato San Severino. Il servizio musicale è a cura del maestro Ermenegildo Guerra. Alle 9 – quando è compresa la benedizione dei nonni – presiederà la funzione don Marco Siano. alle 10, officerà don Marco Carpentieri; alle 11 si terrà la Messa solenne, rivolta in particolare alle donne che si chiamano Anna. A presiedere, don Aniello Iannone. Contributo musicale di Ermenegildo Guerra, col contributo del soprano Anna Napoli. Alle 19, ecco un’ulteriore liturgia – con tanto di benedizione delle partorienti e dei bambini. Contestualmente, la parrocchia verrà affidata a S. Anna. A impreziosire la funzione, la schola cantorum della cattedrale di Salerno. Ore 20.30: a celebrare, don Gerardo Lepre – momento musicale a cura del maestro Elisabetta De Caro. Dopo la Messa di ringraziamento col Te Deum, prevista per sabato 27 alle 19, ci saranno altre celebrazioni domenica 28. Alle 8.00, a S. Maria della Libera; alle 10 e alle 11.30. Alle 19 – sempre di domenica 28 – ecco la tanto attesa processione dell’effigie per via delle Puglie; via dello Spirito Santo; via parco delle Mimose e altri luoghi. Il corteo percorrerà via dei Due Principati, giungerà al “Palazzone” – ai confini della parrocchia – per proseguire lungo il parco Castello, di nuovo per via delle Puglie e tornare in chiesa. Per ciò che attiene al programma civile, ricordiamo anche alcuni tra i tanti eventi posti in essere dal sodalizio “Il castello”. Ad esempio: lo “schiuma party” alle 16 di sabato 27, i “giochi di strada” – alle 20, sempre del 27 luglio (in collaborazione, ancora, con l’associazione “Il castello”) e il concerto bandistico del 28. Con l’ensemble “Città di Bracigliano”, diretta dal maestro Salvatore Cardaropoli. Per chiudere in bellezza, citiamo lo spettacolo pirotecnico delle 24, con i fuochi della ditta “Salvati fireworks”. Il 25 luglio si è tenuta la “Cena in giallo e verde”, dai colori della statua. Dress code: vestirsi e/o allestire i tavoli esclusivamente utilizzando tali tinte. La cappella di S. Maria della Libera è attestata in un inventario del 1563, l’anno successivo è invece “citata”, in alcuni documenti, la relativa confraternita. Seguendo le notizie del prof Giuseppe Rescigno, ha una struttura architettonica che ricorda la chiesa del Gesù a Roma. La facciata presenta quattro lesene (una sorta di colonne lisce), sormontate da un timpano. Sotto vi è un finestrone ellittico. Oggi la chiesetta è intitolata a S. Anna. Come l’effigie di questa santa, di scuola napoletana – anno 1700. A Pandola, frazione la cui denominazione risale ai Longobardi, esiste la parrocchia dei santi Fortunato e Magno, in S. Anna. A S. Magno, patrono degli animali domestici – come S. Antonio abate – è dedicato anche un eremo nella limitrofa località di Acigliano. Sono strutture antiche, da poco ripristinate e aperte al culto dei fedeli. Tra Pandola e Acigliano, come (ad esempio) anche tra S. Vincenzo e S. Martino – sempre nel Sanseverinese, la leggenda vuole che vi siano delle “rivalità”. Tra scherzi e dispetti vari, pare sia nato così l’ancestrale retaggio del “Ciuccio di fuoco”. Sembra che i Pandolesi – chiamati “cipollari” o “cepari”, in quanto coltivatori e/o produttori di cipolle (il cultivar è lo stesso della cipolla ramata dop della vicina Montoro) – abbiano lasciato, nella notte dei tempi, una carcassa di asino ai confini di Acigliano. Così è sorta la tradizione del Ciuccio. Per quanto riguarda la madre di Maria Vergine, Anna deriva dall’Ebraico. Significa: “Grazia”, ma era anche “declinato” al maschile: uno dei sommi sacerdoti che accusò Gesù si chiamava, infatti, Anna. Nata probabilmente nella città di “Zipporah”, o “Sefforis”, è celebrata assieme al marito Gioacchino. Proprio il 26 luglio. Essi non sono nominati nei testi biblici ufficiali, soltanto nei cosiddetti vangeli apocrifi. Poi si sono avuti altri riferimenti agiografici, fino alla “Leggenda aurea” di Jacopo da Varagine. Dapprima, il matrimonio di Anna con il marito non produsse figli. Pare che Gioacchino fosse sterile. Venne persino “umiliato” pubblicamente, per questo. Egli si ritirò nel deserto, di conseguenza. La sterilità, soprattutto maschile, era considerata una “sciagura” – per gli Israeliani di allora: significava non avere la “benedizione” del Signore. Poi un angelo profetizzò loro il concepimento di un figlio. Di una figlia, nata immacolata e preservata dal peccato originale – per singolare grazia di Dio.Anche le Chiese ortodossa e copta festeggiano la santa il 26 luglio. Nell’Irno, anche a Pellezzano si è molto devoti verso questa donna umile e casta. Anticamente, il convento dello Spirito Santo era meta di pellegrinaggio dei (o, meglio: delle) fedeli. S. Anna riprende il culto degli dei greci e romani, quale apportatrice di fecondità.

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.