Quella per S. Anna è una devozione popolare molto pregnante a Mercato S. Severino; si tratta di un retaggio culturale tra i più sentiti nella Valle Irno (dove sorgono chiese dedicate alla madre di Maria – venerata assieme al marito Gioacchino, il 26 luglio – o la cui effigie, particolarmente la raffigurazione come statua piuttosto che come icona dipinta, è presente in altri luoghi di culto). La santa è molto amata, in particolare, nella popolosa frazione Pandola – dove è vivissimo il rispetto per la nonna di Gesù. Proprio a Pandola, antico e nuovo, sacro e profano, mondo pagano e cristianesimo si intersecano fin dalla notte dei tempi. Come dovunque, del resto.
Anche il sommo Dante Alighieri era convinto che il mondo cristiano fosse la ripresa di quello classico (soprattutto greco-romano, occidentale in genere – ma non soltanto). Difatti antichi riti, come le stesse processioni, derivano e sono mutuati dalle civiltà precedenti (o anche contemporanee, ma di altri luoghi lontani e/o vicini). Tornando a noi, grandi sono – anche per quest’anno – le celebrazioni e i festeggiamenti in onore di S. Anna. Una serie di kermesse e attività, legate alla ruralità e alla frugalità del “vecchio” mondo contadino (ma riattualizzate), vedono quale protagonista la donna vestita di verde e di giallo – simbolo di fertilità, segno della natura. Un’antica leggenda vuole che, per S. Anna, le donne deponessero fuori dalla porta le proprie orine – per scaramanzia, volendo rimanere incinte. Altre dicerie popolari (vox populi, vox Dei) sostengono che il cosiddetto “pollo scucchiato” derivasse dalla tradizione – tutta di S. Anna – di preparare in luglio i capponi per Natale. Gli animali venivano pertanto evirati, ma quelli che riuscivano male erano cotti nello strutto o sugna (‘nzogna) e consumati – appunto – come “scucchiati”. Per la ricorrenza della santa, inoltre, già si vedevano – in giro tra Pandola e S. Severino – le prime zucche cavate, a mo’ di Halloween. Con le candele all’interno. Sono giorni caldi, però: “S. Anna è la padrona dei moscerini” – recita un adagio tradotto dal vernacolo partenopeo. E ci sono altre tradizioni antropologiche e etnografiche (apotropaiche, cioè di “allontanamento”) a corredare la storia della credulità (nel senso non deteriore del termine) etnografica contadina. Ma passiamo ora a descrivere l’insieme delle manifestazioni – religiose (in un apposito programma affisso per le strade di tutta S. Severino) e “civili” (laiche) organizzate per degnamente onorare la patrona di Pandola (assieme ad altri taumaturghi). Molti di tali eventi sono stati approntati dall’associazione “Il castello” – realtà operante nella frazione, ma attiva anche su tutto il territorio comunale e durante tutto l’anno. “Il castello” ha partecipato ad happening come le diverse Fiere Medievali di questi ultimi anni, nonché alla via crucis con figuranti per la Pasqua 2019 – in collaborazione con i sodalizi “Il cantastorie”, “Troisio de Rota” e altre associazioni (nonché con i commercianti). Per omaggiare la santa, tra gli avvenimenti “futuri” (anche se… molto, molto “prossimi”) ci sono quelli (non strettamente religiosi) di “Aspettando S. Anna” – un cartellone di iniziative promosso sempre da “Il castello”, al suo quinto anno di attività. Il 23 luglio, ecco un apposito dj set (ore 20, al parcheggio “Padre Pio” della frazione) – con la presenza di Enzo Lambiase. Per il 24, dal pomeriggio in atto i classici giochi di strada e/o i giochi tra frazioni. Tutto dedicato a bambini e ad adulti, con la pallavolo tra le vie di Pandola; con il ping-pong, col calcio balilla e i divertimenti “di una volta”. Per di più, sono stati previsti giochi d’acqua (con la calura estiva, sono un toccasana) e il tiro alla fune per i più piccoli. Giovedì 25, dopo il concerto (ore 20.30) della nota corale (locale ma di livello addirittura internazionale) “Angelicus” – diretta dal maestro Aniello Napoli – ecco per le 21 “Dinner on the street”, lungo tutta via delle Puglie. Si tratta di una cena non convenzionale, “ripresa” dalla “Cena in bianco” – già più volte proposta a S. Severino. La particolarità consiste nell’abbigliamento e nell’allestimento solo con colori gialli e verdi – in onore della santa. Venerdì 26 ricorre S. Anna, dunque i giochi lasciano debito e opportuno spazio alle funzioni ecclesiastiche: nella chiesa di Pandola si terranno celebrazioni eucaristiche dalle 4 del mattino, per ogni ora. Alle 11 la Messa più “solenne”, presieduta dal rettore del santuario di Montevergine (Avellino). Domenica 28, tra molte altre occasioni di spiritualità, ci sarà la sempre partecipata processione – prevista alle 19. Il simulacro della madre della Madonna sarà portato in festa per le principali strade di Pandola e non soltanto. La statua, probabilmente di fine ‘800 – inizio ‘900, è stata restaurata di recente, per la gioia dei tantissimi fedeli di ogni età e condizione sociale. Che affollano sempre tale processione, come in molti partecipano anche a quella per S. Antonio. Il restauro è avvenuto per l’interessamento del parroco don Biagio Pellecchia. Che è molto affezionato al simulacro, come tutta la folla dei devoti sanseverinesi o di zone limitrofe. Sabato 27, fine del programma dei giochi – con lo Schiuma party delle 18, a seguire i giochi d’acqua per minori. Divertimento allo stato puro, quindi. Tra il sacro e il profano, tra ancestralità e modernità. A molti di questi eventi, in proficua e fattiva collaborazione anche con il sodalizio “Associazione giovanile S. Anna” (realtà sempre tra Pandola e il capoluogo, coi suoi 36 anni di età), parteciperanno il primo cittadino Antonio Somma e l’assessore alla Cultura Enza Cavaliere – in rappresentanza istituzionale ma anche quale “pandolese” doc. La Cavaliere è stata responsabile de “Il castello”. “Si tratta di una festa molto emozionante e commovente – dichiara l’assessore – con un grande afflusso di gente, in cerca di grazie o solamente per una preghiera e per un omaggio a una donna pia e coraggiosa come S. Anna. Con questo programma di giochi abbiamo interessato le nuove generazioni ma anche gli adulti e le famiglie, riproponendo le antiche tradizioni della zona”. Prima delle kermesse sopra descritte, si è tenuta la consueta fiaccolata “per S. Anna” – posta in essere dall’associazione omonima, più sopra citata. Anche questa manifestazione ha avuto un suo grande fascino. Dalle 5 di sabato 20 luglio ultimo scorso, ben un centinaio di persone (tra Mercato S. Severino e Pandola) si è recato a Loreto, proprio in occasione del “viaggio” della fiaccolata – una bella, suggestiva tradizione (da 35 anni). Era presente Enza Cavaliere. Nella stessa Loreto, cittadina in cui è venerata la Madonna che ha reso famoso il santuario omonimo, si è tenuta una celebrazione pomeridiana con (al termine) la “passeggiata” (o processione) anche con la statua di Maria. Tra sabato e domenica 21 la comitiva di S. Severino è giunta pure – di ritorno da Loreto – a Pellezzano. Anche in tale amena località è profondo il culto per S. Anna. Nella chiesa appunto dedicata alla santa un’altra manifestazione sentita e agognata: l’accensione della teda (fiaccola). Poi una staffetta ha portato la face da Pellezzano a S. Severino. Tutto si è concluso così, tra emozioni e divertimento. La statua è stata benedetta da don Biagio. A conclusione del programma civile, ricordiamo – tra altro - i concerti bandistici dell’ensemble “Città di Mercato S. Severino” (ore 8 e ore 11 di domenica 28) e lo spettacolo pirotecnico di lunedì 29 luglio (a mezzanotte). S. Anna deriva dall’Ebraico, un nome che denota “grazia”. Mentre la figlia, Maria (Miryam) indica “salvezza”. Poi, presso gli antichi Ebrei, Anna era pure un nome al maschile. Come attestano le Sacre Scritture, un importante sacerdote così era denominato: si parla – infatti - di Anna e Caifa.
Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della
Dott.ssa Anna Maria Noia.