A scuola di piantumazione, presso il CPIA di M.S.Severino

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L’istituzione scolastica “Ceper poligono sur”, di Siviglia (in Spagna), ha visitato – martedì 24 gennaio scorso – il “Cpia” – o “Centro provinciale di educazione per adulti” - di Mercato San Severino (Salerno). Si tratta di una delle “diramazioni” – nel territorio provinciale – del “Cpia” di Salerno. Retto dalla dirigente scolastica e docente Maria Montuori. Sia la realtà salernitana (in generale), sia quella sanseverinese, sono molto attive e dense di fermenti; di iniziative; di progetti. Uno di questi, ad esempio, è stato realizzato nel 2022: si tratta del corso gratuito di Lingua Italiana – rivolto agli allievi (a dir la verità: allieve!) ucraini e/o russi, afferenti al “Cpia” sanseverinese, la cui struttura è ubicata in via Delle Puglie; frazione Pandola. Il progetto – in sinergia tra Comune di Mercato San Severino; “Cpia”; altre istituzioni – ha coinvolto diverse figure professionali e/o referenti.

Un momento di educazione ed istruzione altamente formativo, utile alle trenta (all’incirca) studentesse ucraine e russe (due alunne) – allo scopo di conseguire l’attestato A2, proprio per quanto concerne la lingua italiana. Riguardo – invece – all’innovativo progetto di quest’anno, in attuazione (per l’appunto) da qualche mese; a concludersi in questi primissimi giorni del 2023, stavolta il tema verte sull’urgenza di realizzare i cosiddetti “orti verticali”. In spagnolo: “Huertos verticales”. Gli “orti” sopra citati costituiscono la cosiddetta “permacultura”. Proprio in data 24 gennaio, il tutto ha visto avviarsi alla conclusione; tagliare un bel traguardo di sostenibilità ambientale ed ecologica questo programma, ambizioso ma fattibilissimo. E, per di più, divertente ed istruttivo. Al contempo. A spiegare, ad insegnare, a promuovere tale “format” al “Cpia” sanseverinese (ramificazione della struttura “principale” di Salerno) è stata l’apposita delegazione spagnola – composta dai dinamici e pazienti insegnanti Pablo Sanchez, 41enne; Beatriz Ramos – anch’ella 40enne – e da altri. Quale referente per l’istituto italiano, ecco – in particolare – la professoressa Dania Di Gilio. A coordinare il tutto, anche altri professori ed educatori – che lavorano a San Severino e/o nelle altre sedi diffuse sul territorio provinciali. Oltre alla già citata professoressa Montuori – a presiedere l’intera correlazione del “Cpia” – ricordiamo, per quanto attiene Pandola di San Severino: le due docenti di Italiano Stefania De Sio e Rosa Izzo; l’insegnante di Matematica e Scienze Renata Cavaliere; la professoressa di Lingua Inglese Maria Elena (alias Marilena) Pinto; il prof di Tecnologia Donato Verace; quello della disciplina (di nuova adozione, in via progettuale) di Educazione Finanziaria – ovvero Rosario Novaco. Infine, ci sono due alfabetizzatrici: la prof Menita Manzi e la collega Maria Rosaria Terrone. Ci sono stati, nel più recente passato, anche altri insegnanti o responsabili. Ma l’organico attuale, sarebbe a dire: il corpo docente, è questo qui. Non bisogna – poi – dimenticare il preziosissimo supporto del personale Ata. Soprattutto nelle persone di Ciro Alfano – collaboratore scolastico, da decenni “pilastro” della scuola – e di Antonio Botta; in qualità di assistente amministrativo. E non scordiamo altre autorevoli figure professionali, inserite tra i responsabili del “Cpia”. E veniamo a noi, con la descrizione “sul campo”; in progress – come si evince, d’altronde, dalle foto scattate in occasione della “chiosa” di tal progetto; allegate al presente servizio e/o contributo – della progettualità (da svolgersi) in simbiosi tra l’ente didattico sanseverinese e il “Centro di educazione permanente” della cittadina spagnola. Tutto illustrato nel festoso e “affollato” incontro di questa fine gennaio. C’è anche da dire che gli stessi “soggetti attivi” della visita e lectio del 24 gennaio (cioè gli allievi di tale istituzione spagnola, con Sanchez e Ramos) hanno visitato – durante l’ultima settimana di gennaio – anche alcune altre realtà dell’istruzione per adulti (con i diversi tutor) tra Salerno e il suo comprensorio. Tutto alla luce delle numerose progettualità indette dal Cpia, miranti a scolarizzare – o, meglio: alfabetizzare. Prevenendo la dispersione e/o l’abbandono scolastico; un fenomeno preoccupante, che interessa soprattutto i migranti e/o le persone non italofone – magari in difficoltà, in quanto – per esempio – lontane da una solida famiglia alle spalle. Soli, magari minori non accompagnati; magari iscritti Bes (Bisogni educativi speciali). È, questo argomento (cioè l’essere senza famiglia in Italia, riguardo gli immigrati), molto delicato. Ma le situazioni di difficoltà, è emerso poi anche in un’apposita “lezione” – tenuta il 25 gennaio e incentrata sull’orientamento dopo lo spin off; sulla concreta possibilità di elevare la mente degli iscritti al Cpia, verso obiettivi di studio più alti o importanti – possono costituire anche uno sprone a darsi da fare. Proprio per gli allotropi, avvantaggiati dall’uso delle lingue da essi conosciute. Per andare avanti, nella libertà e nella dignità. Per migliorare le loro condizioni di vita, oppure – semplicemente – per saperne di più, affinando cultura e puntando a professioni più “solide”. Ma passiamo, adesso, a illustrare e a descrivere l’appuntamento di martedì 24. Accompagnati dai tutor, ben accolti (festosamente, in un ambiente familiare e assolato) da alunni e professionisti del Cpia campano, ecco che i visitatori; i “cugini” provenienti da Siviglia (conosciuti nell’ambito di “Erasmus +”) hanno intrattenuto l’uditorio (costituito da prof e alunni) spiegando le tecniche di semina e piantumazione, relative alla “permacultura” e ad “Huertos verticales”.Diciotto tra ragazzi, ragazze, persone adulte hanno vissuto con entusiasmo tale scambio culturale (vero e proprio), all’insegna dell’aggregazione e della socializzazione. Dell’integrazione, diremmo della solidarietà. In tutta allegria e in un profluvio di colori e sapori. Sia gli insegnanti, Sanchez e Ramos, sia altri responsabili hanno – dapprima - colorato e verniciato, con l’ausilio degli studenti afferenti a San Severino e dei loro professori, delle cassette di legno. Con i colori delle due bandiere: l’italiana e quella iberica. Quindi, hanno iniziato a posizionare su tali cassette svariate e diverse piantine. Molto piccole. Originate da sementi acquistate in una rinomata attività (rivendita di sementi e non solo) della frazione Pandola. A prezzo irrisorio, simbolico. Ed ecco: semi di pomodoro, carote, prezzemolo, piante da balcone varie. Ed ancora: fave, fagioli, ortaggi comuni. Una volta molto comuni, nelle cucine “povere” (ma ricche di sapienza). Oppure negli orti e/o “giardini dei semplici”: i frati, come i Domenicani risiedenti (Medioevo e ‘500) nel convento che oggi ospita il municipio di San Severino. Ortaggi anche decorativi, che si innalzano proprio in verticale, creando - così – impressioni che fanno ricordare i famosi giardini pensili di Babilonia. Tra le sette meraviglie e le bellezze dell’epoca antica. Poi le cassette, con molta inventiva, sono state portate all’interno dell’atrio nella struttura scolastica. Per le spiegazioni e le esercitazioni. Infine, tutto è stato piantato – assieme ad altro – nel giardinetto; un orticello antistante la scuola. Tra un sorriso e l’altro – tutti coinvolti – discenti e docenti si sono entusiasmati al progetto di giardinaggio ed orticoltura, rivolto o destinato agli “invisibili”. Ma non soltanto ad essi. A tutti coloro che intendono proseguire la forte esperienza educativa proposta o promossa dal Centro sanseverinese. Con pazienza, sono state piantate – nel terriccio all’interno del legname – cipolle; lattughe; spinaci; rucola; cicorie. Acquistate – come detto – a Pandola. Occorre ricordare che la frazione, sin dall’antichità, era nota per la coltivazione proprio delle cipolle. Donde la denominazione di “cipollari” o “cepàri”, occorsa ai suoi abitanti. Ed è vicinissima, Pandola, al montorese – all’Irpinia (provincia di Avellino). Lo stesso cultivar della cipolla ramata di Montoro (Dop) è similissimo a quello di Pandola. Ma questa è un’altra storia. Le discipline toccate da questo progetto “Huertos verticales” sono molte: biologia, botanica, ma anche storia e beni culturali. Tra gli obiettivi: il combattere l’assenteismo scolastico; il drenare la dispersione (scolastica); lo stimolare il pensiero. Poi tutto inerisce – anche – la trasformazione digitale delle informazioni, da elaborare. Ma con concetti derivanti dalla nostra, atavica “sapienza antica”: dal passato (in Italia e in Spagna) che ci ha visti agricoltori e braccianti per moltissimo tempo – nei secoli. Rivalutando il sapere degli anziani; dei nostri nonni contadini. Ricchi di conoscenze (e competenze) pratiche – mai da sottovalutare! Anzi… La giornata si è conclusa in bellezza, con tanto di foto ricordo (previa apposita liberatoria, in nome della privacy). La lezione è stata costruita attorno a concetti teorici, in simbiosi con la pratica: parlando del sistema di irrigazione, del terriccio ottimale, della natura, delle tecniche di vaporizzazione. Con esemplificazioni concrete. Il messaggio che ne è scaturito è “trattare le piante e gli altri esseri viventi come organismi vivi”. Con molto rispetto. Una volta, era in auge l’altro adagio: “ciò che si pianta si mangia”. Ad indicare il risparmio delle risorse naturali, in civiltà passate lontane dal consumismo sfrenato dei nostri anni ruggenti. Del secolo brevissimo. Davvero una bella esperienza, dunque, quella del 24 gennaio scorso. Il giorno dopo, si è tenuto un interessante incontro formativo (a mo’ di assemblea, di lectio “corale”) verso gli studenti presenti. Di ogni nazionalità o “provenienza sociale”. Tale lezione – a cura di Stefania De Sio e di Renata Cavaliere, col fattivo supporto degli altri docenti, come Izzo e Pinto – intendeva esplicitare le molteplici possibilità di orientamento; l’offerta educativa e didattica (ma pure formativa e professionale) dopo aver assolto l’obbligo scolastico (licenza di terza media, oppure – comunque – attestato di frequenza del biennio superiore; entrambi acquisibili in un solo anno anziché nei tempi dell’istruzione considerata “tradizionale”, per i minori, “convenzionale” – come la intendiamo in genere).Ma ne parleremo un’altra volta, in un prossimo servizio giornalistico. Stay tuned! Rimanete sintonizzati! Occorre – proprio in conclusione – solo dire questo, e cioè che la struttura sanseverinese e/o salernitana (ma anche le altre diramazioni territoriali) è fruibile a livello di corsi serali. Indicativamente, dalle 15 alle 19. Tutto materiale per altri spunti giornalistici…

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.