26 novembre 2022: Giornata nazionale della colletta alimentare

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Come di consueto, anche per il 2022 si tiene la “Giornata nazionale della colletta alimentare” – giunta alla sua ventiseiesima edizione. Per quest’anno, l’appuntamento con la solidarietà è sabato prossimo 26 novembre. Ovvero, l’ultimo sabato di novembre. Sin dal mattino, fino a sera inoltrata, gli alacri operatori del “Banco alimentare” (sia a livello nazionale che locale, in tante realtà cittadine sparse per l’Italia – grazie ai grandi distributori e ai commercianti aderenti) si occupano di ricevere prodotti alimentari a lunga conservazione – nonché altri beni. Tutto dedicato ai bisognosi e alle famiglie meno abbienti. Almeno una volta ogni tanto, dovremmo tutti ricordarci di chi è meno fortunato. Soprattutto in questi periodi così difficili e critici, quando aumentano i costi di bollette, generi alimentari e servizi.

Ma, purtroppo, aumentano a dismisura anche clochard e senzatetto. Le persone più umili ed emarginate. Fuori dai forsennati ritmi del profitto e degli schemi lavorativi improntati alla premialità e al lucro. Oltre che alla realizzazione egoistica e capitalistica/liberistica. Tutto ciò, nel mondo, è davvero preoccupante. Urgente. Ci deve interpellare nel profondo – lo speriamo, almeno! Per tutti quelli che il cantante Baglioni definiva “gli uomini persi” del mondo. Sia poveri e sfruttati che tecnocrati e scienziati che costruiscono armi di offesa al prossimo. Siamo ben lontani – oggigiorno - dallo “spirito” di San Francesco d’Assisi. Il pianeta vede la stragrande maggioranza della sua popolazione (8 miliardi di abitanti) soffrire e morire di fame o di malattie. Mentre una ristretta percentuale gozzoviglia e gode di privilegi – quantomeno – di serenità familiare e di sicurezza economica. Con accesso alle cure, ai servizi sanitari – off-limits per tantissimi. I nuovi poveri. Persone una volta benestanti, finite sulla strada; sul lastrico per sciocchezze. O per aver perso il lavoro – vera emergenza dei nostri tempi. Il lavoro, quello che costringe tanti giovani, sia italiani che non, ad emigrare all’estero per potersi realizzare e per rincorrere idee, iniziative, nuovi (e leciti) entusiasmi. Lontani siamo – dunque – dallo spirito francescano. Sebbene il nuovo Francesco, il nostro papa, non lesini di pungolarci e di provocarci – anche, a volte, severamente – intimando la cessazione delle guerre e dei conflitti, tra noi e i nostri fratelli in Cristo. I numeri del Banco alimentare fanno paura. Tantissimi i miseri tra noi, invisibili, come i clochard e i senzatetto. E la situazione precipita ogni volta, maggiormente. Per questo, almeno una volta all’anno – se non nella vita – è d’uopo dare una mano a chi è debole, fragile, mortificato nella sua dignità irripetibile di persona. Torniamo al filo del discorso. Come tante altre località, anche Mercato San Severino – nell’ambito dei paesi della Valle Irno, nonché nel Salernitano e in Campania – offre un appoggio ai tanti bisognosi. Non lo fa, cosa importante, soltanto in occasione della giornata nazionale. Né solamente per la “giornata del povero” (13 novembre). Ma esiste, a San Severino come altrove, una forte sinergia tra la Caritas interparrocchiale (che – in realtà – afferisce soprattutto alla chiesa/convento di S. Antonio, al capoluogo) e il già citato Banco alimentare. Rappresentato, a livello nazionale e della Regione Campania, da Roberto Tuorto. Per quanto concerne la Caritas, chi scrive ne ha potuto appieno vivere l’esperienza – così formativa ed importante – negli anni dal 2005 al 2010. Davvero pregni di bei momenti, di amore; condivisione; sostegno; dialogo. Di scambio reciproco tra assistiti (centinaia di famiglie, quasi un migliaio di persone) e volontari. La storia, comunque, a San Severino è proseguita. Con tantissimi altri giovani ed entusiasti volontari. Supportati da esperti… meno giovani, quali gli inossidabili Tullio; Antonio e tantissimi altri. Ognuno “giovane” dentro. Dicevamo, in questi anni – anche durante la pandemia – la Caritas di San Severino ha sempre voluto (o potuto) offrire un punto di riferimento per i disperati. Per chi non ha nulla se non la grande dignità di soffrire sulla croce di Cristo. Sebbene in maniera più “discontinua”, con dei cambiamenti per quanto riguarda le modalità della distribuzione, l’attenzione degli assistenti non è mai venuta meno. Come non sono mancati, inoltre, altri progetti di solidarietà a cura di volontari di associazioni con sede nelle frazioni di Mercato San Severino. Per esempio a Sant’Angelo, dove (come in altre località cittadine del comprensorio sanseverinese) fervono attività e si moltiplicano iniziative solidali. Come quelle di un sodalizio “vicino” alla parrocchia della frazione. Anche singoli capifamiglia e/o “privati” (diciamo così) si organizzano – sempre nel Sanseverinese – per recarsi dai senzatetto di Salerno e provincia. A portare un pasto caldo e una parola buona. Spesso più importante dello stesso cibo. E veniamo, finalmente, a noi. Il 26 novembre – sabato di un week end molto movimentato, approssimandoci alle festività natalizie – in tutta Italia molti punti vendita, sia della già citata grande distribuzione che a livello dei singoli esercenti, aderiscono all’iniziativa. Mai dismessa, da ben ventisei anni a questa parte. Con tanti operatori, giovani e non. Umili di spirito. Collegandoci al sito web del Banco alimentare, possiamo comprendere la gravità dell’attuale situazione di povertà per moltissime persone. Già il Coronavirus ha contribuito a rendere più evidenti e nette le differenze tra ceti sociali benestanti e umili. Con i bambini, sia pur bravissimi, che – nell’ambito dell’istruzione via Dad o Ddi (didattica a distanza od on line) – essendo privi di mezzi, non hanno potuto seguire le lezioni in modalità on line. E questo è gravissimo, veramente. Il portale del Banco alimentare snocciola dati e cifre, davvero vergognosi, inerenti alle condizioni di difficoltà di tanti, troppi invisibili. Speriamo che Dio possa perdonare i benestanti, almeno coloro che vivono nell’indifferenza e nel menefreghismo. Quindi non poveri “di spirito”. Ma ci sono anche dati che possono dare speranza e “conforto”, sempre sul sito della benemerita associazione nazionale. Numeri e cifre che indicano il valore della solidarietà, sia a livello statale che locale. Nel 2021, complessivamente, sono state raccolte ben 7mila tonnellate di alimenti. Invece sono stati 11mila i punti vendita aderenti, per un totale di 144mila volontari. Un esercito, pacifico, di operatori – che hanno messo a disposizione un po’ del loro tempo e del loro entusiasmo per aiutare gli altri. La risposta, in tutti questi anni, è stata davvero – e sempre - massiccia: ancora l’anno scorso, quasi 4 milioni e 800mila acquirenti hanno donato alcuni prodotti. Anche a San Severino tantissimi hanno regalato. Sempre, nel tempo. La generosità è stata commovente e avvincente. In moltissimi hanno dimostrato sensibilità e condivisione. Sempre chi scrive, ha avuto l’opportunità e l’onore di gustare un po’ di umanità e di servizio in tutti questi anni. Accanto ad altri volontari, di ogni età. Dotati di apposita pettorina. Non ciarlatani, né impostori. È stato costruttivo. L’esperienza ha insegnato che – per pochi acquirenti ed avventori insensibili, una manciata – la stragrande maggioranza ha dimostrato invece molta comprensione e voglia di dedicarsi agli altri. Per il 2022, crediamo, sarà ancora così. Sebbene i tempi si siano fatti ancora più tristi per tutti. Anche per i più agiati. Ma il volontariato non fa mai male, anzi: arricchisce chi dedica del tempo agli altri. Per pochissimi, i volontari “perdono tempo”. Pazienza per tali persone. Alcuni dichiarano di “non crederci”. Di non aver fiducia nell’iniziativa. Ancor di meno, gli individui con poco altruismo affermano che “Siamo poveri anche noi”. Ciò, tra i “commenti” ricevuti in tutte le edizioni della spesa solidale. Tanti gli sponsor del Banco alimentare – tra enti industriali italiani e internazionali. Tantissimi anche i supermarket che hanno messo a disposizione il personale e quant’altro, sempre riguardo l’evento di beneficenza. Come sempre, Mercato San Severino si dimostra solidale verso il prossimo. Ma cosa donare – oltre ad effettuare i propri acquisti, in tutta libertà? È presto detto: prodotti a lunga scadenza e/o lunga conservazione – ad esempio pelati o polpa o passata di pomodoro, olio, scatolame vario (tonno, carne e verdure); prodotti (alimentari) per l’infanzia – tipo omogeneizzati ed altro. Negli scorsi anni, anche un “semplice” (ma “arricchente”) pacco di pasta. Gli operatori presso i punti vendita non possono, categoricamente – ed è così in tutta Italia – ricevere offerte in denaro. Soltanto quanto indicato sugli appositi volantini e sui manifesti, pubblicizzando ed illustrando la manifestazione. Pertanto, no a oboli o soldi, solo la voglia di condividere qualche ora in letizia, pensando nel contempo agli altri. Che potremmo (o potremo) essere noi, dal momento che “la ruota gira”. Tutti noi potremmo trovarci – di punto in bianco – in difficoltà economiche o di salute. Pensiamoci, prima di criticare. Occorre sempre ringraziare il Signore Dio per tanta abbondanza che abbiamo. A volte, c’è anche tanto o troppo spreco. E non solo per il cibo! Solo il buonsenso e la carità ci aiuteranno ad essere migliori, ascoltando e soccorrendo il prossimo. Affinché, per chi crede e non solo, giunti al termine dell’esistenza terrena Cristo possa interrogarci e trovarci pronti per il suo Regno. Dicendo: “Quello che avete fatto agli altri, lo avete fatto a me”. Questo, il valore di un “gesto concreto” – slogan della raccolta. Concludiamo ricordando che, agli inizi di ottobre, si è tenuto un importante convegno a San Severino – relativo al Banco alimentare: la benedizione della prima pietra dei nuovi locali - appunto per il Banco. Da allocarsi presso la zona detta “Sibelluccia”. Un evento interessante e partecipato, cui ha presenziato un folto pubblico. Assieme a una nutrita rappresentanza di amministratori e illustri politici (tra tutti, citiamo il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca). Presenti anche Tuorto e gli addetti al Banco.

09062017 AnnaMariaNoia

Riceviamo e pubblichiamo volentieri un articolo della 
Dott.ssa  Anna Maria Noia.