Convento di S. Antonio - 1358
All'epoca della fondazione la chiesa e il convento ricalcano lo stile gotico. La chiesa è a tre navate; le laterali si aboliscono in seguito ai danni provocati dall’alluvione del 1745. La chiesa e il convento vengono ricostruiti nella forma attuale. Tuttavia lo stile gotico originario può oggi rilevarsi negli archi acuti che affiorano al disopra del soffitto e all'esterno nella struttura dell'abside e della cappella della Madonna di Pompei, e ancora negli archi acuti delle campate e nelle crociere archiacute del chiostro e nelle finestre del campanile. Quest'ultimo è tra i pochissimi conservatisi in tutta la Campania, con le sue splendide finestrature cieche, uniche del genere.
Benché la chiesa si presenti oggi con la sfarzosa decorazione e gli stucchi del Settecento, è da considerare una delle maggiori opere gotiche della provincia, capace di sostenere il raffronto con le analoghe architetture di Nocera Inferiore (S. Antonio), di Eboli (S. Francesco), di Salerno (S. Domenico) e di Teggiano.
Il convento, dopo le recenti sopraelevazione di un piano e abolizione del tetto, presenta un aspetto anonimo, anche per la decadenza della fabbrica.
L'opera più importante che si conserva nella chiesa di S. Antonio è il mausoleo di Tommaso III Sanseverino, installato in un'ampia nicchia nel presbiterio. Il complesso è di marmo finissimo e di pregevole manifattura. Il sarcofago è sostenuto da quattro figure alate simboleggianti le virtù: Fede, Giustizia, Temperanza e Fortezza. La faccia anteriore reca dei bassorilievi rappresentanti: a centro, Madonna seduta in trono col Bambino, ai lati tre Santi a sinistra e tre a destra (S. Caterina d'Alessandria, S. Giovanni Battista, S. Pietro, S. Agnese, che presenta una devota in ginocchio, S. Giovanni Evangelista, S. Paolo). Sulle due facce rettangolari laterali due Santi, S. Francesco e S. Benedetto. Sul sarcofago è la figura giacente del defunto, vestito del saio francescano, con i piedi nudi, con la testa coperta dal cappuccio, poggiata su un cuscino a fiori. Inserita nell'arco è una mensola sulla quale è rappresentato il defunto nella funzione di Gran Connestabile del Regno. Lo stemma dei Sanseverino è ripetuto tre volte nella lastra superiore e sei volte nei triangoli mistilinei tra gli archi. La scultura nella veste di Connestabile ce lo mostra severo e accigliato, quasi cupo, segno di una completa maturità morale e fisica, a definitiva conferma della sua piena età.
L’opera, di un maestro meridionale del sec. XIV, che risente di modi toscani (molto probabilmente della bottega di Tino da Camaino), ha suscitato l'interesse di diversi studiosi tra i quali lo storico dell'arte francese E. Bertaux.
Bibliografia: Chiese, Palazzi e Giardini - Itinerari ambientali e culturali a Mercato S.Severino - G. Rescigno - Dicembre 2004