Chiesa di S. Pietro - 914(?)
La notizia più antica della chiesa risale al 914, ricordata col titolo di S. Pietro a Rota. Nel 1608 viene demolita la chiesa di S. Sofia e al suo posto nasce la chiesa di S. Pietro Apostolo. Nel 1619 viene eretta a parrocchia. Nel 1712 Pastore elenca S. Pietro tra le parrocchie della terra di S. Giorgio. Nel 1776 il parroco denunzia le deplorevoli condizioni statiche della chiesa. Da un documento del 1785 si apprende che è rimasta per sei anni chiusa al culto. Nel 1808 viene effettuato un restauro radicale della chiesa, con la realizzazione del nuovo campanile. Nel 1840 viene interdetta in quanto ritenuta ”cadente”. Nel 1879 la chiesa viene di nuova vietata al culto per le pessime condizioni del tetto. Danneggiata ancora una volta dai bombardamenti del’ultima guerra, i lavori di consolidamento hanno inizio solo nel 1958. La chiesa è ulteriormente danneggiata dal sisma del 1980 e restaurata nel 1989.
Nella chiesa si ricordano un encausto al soffitto riproducente il martirio di S. Pietro; le statue di S. Gaetano, dell’Immacolata, del Cuore di Maria, di S. Pasquale, di S. Anna; il quadro di S. Giuseppe e della Madonna di Pompei. Il quadro centrale nel presbitero, Gesù che porge le chiavi a S. Pietro, è stato eseguito dal pittore salernitano Luigi Montesano.
Un quadro pregevole, di autore ignoto, viene scoperto dal parroco d. Francesco Balestrino all’interno di un ripostiglio di legno. Si tratta di una madonna con bambino di stile gotico (databile nella prima metà del Quattrocento). Attualmente il quadro è conservato a Salerno, presso il museo del Duomo.
La chiesa, a seguito dei numerosi rimaneggiamenti e ampliamenti si può suddividere in “ambienti” diversamente databiti. Un primo corpo, all’ingresso, risale al 1300; esso comprende la cappella dell’Addolorata, il piccolo campanile e la chiesetta di S. Bartolomeo. Tuttavia, la zona più antica è quella centrale, del 914. Più recenti l’abside (1855) e la sacrestia (vedi pianta allegata). Il complesso si presenta in tre corpi: la chiesa, con un bel portale con due lesene per lato sormontate dal timpano con l’orologio; l’alto campanile, in quattro blocchi rastremati; un altro ambiente a destra del prospetto. Il locale della congrega, poco distante, è diruto (il titolo originario della congrega era S. Sofia, successivamente cambiato in SS. Sacramento). L’interno si presenta in un’unica navata con un’ampia abside a base ellissoidale. Dietro l’abside vi è un locale funzionante da sacrestia. Le pareti e il soffitto sonno arricchite di stucchi indorati. L’ambiente è illuminato da grandi finestroni aperti sulle pareti laterali.
Bibliografia: Chiese, Palazzi e Giardini - Itinerari ambientali e culturali a Mercato S.Severino - G. Rescigno - Dicembre 2004