Piazza Del Galdo - La Storia

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Piazza Del Galdo Il casale è detto anche “ piazza del Vindice”, cioè dell’esattore del fisco. Una famiglia importante della zona era quella dei Marciano, che si trasferì in questo paese nel 1500. Villa Marciano è una sontuosa dimora presente ancora oggi, e la sua bellezza è simbolo della ricchezza e della raffinatezza del casato. Oltre alla villa si possono ammirare anche una fattoria del 600, di proprietà di Francesco de Crescenzo, che combatté la battaglia di Sebastopoli al servizio di Carlo VI; un’edificio a corte della metà del XVIII sec. e un’antica filanda (che oggi è uno scatolificio). Nel 1619 viene edificata la chiesa di S. Pietro apostolo, che ha ospitato anche S. Alfonso, venuto a Piazza per predicare la S. Missione. Verso il 1550 fu edificato il convento di S. Aniello, che nel 1653 fu soppresso in virtù della Bolla di Innocenzo X “Instaurandae regularis disciplinae” Piazza del Galdo, casale ubicato a 94 metri s.l.m. in posizione sud/ovest, dominava, assieme a Sant’Eustachio e San Felice, la parte bassa della piana irrigua. Il toponimo Galdo che sembra derivare dal longobardo, sarebbe uno dei moti segni della presenza di questo popolo di dominatori sparsamente insediatosi in tutta la piana sanseverinese. Il casale che si snodava lungo la trafficata via delle Camerelle era costruito secondo una pianta allungata dominata dall’asse urbano principale sul quale si prospettavano le botteghe e le abitazioni di maggior prestigio. Era difatti il luogo privilegiato dei scambi e dei commerci; su questa rotabile  si trovava la taverna, composta da 13 stanze al pian terreno e da altrettante al primo piano, di proprietà del barone Marciano. Ma oltre a quest’ultima, nel centro abitato vi erano 4 sottani e 2 soprani adibiti a taverna e forno, di proprietà dei Terrone di Acquarola e 6 vani sottani e 4 soprani adibiti a forno, taverna e macello appartenenti a un benestante di Castel San Giorgio. La famiglia Marciano possedeva anche il mulino detto Marigliano, uno dei più produttivi dell’intero comune. Oltre a ciò, un’antica filanda, la Casa del Pane e i pastifici di cui Piazza del Galdo era ricca, testimoniano che già nell’Ottocento il casale presentava i primi impianti manifatturieri ed industriali. Esso offriva perciò possibilità di impiego non solo nelle tradizionali attività, quali agricoltura ed artigianato, ma anche nel settore imprenditoriale e commerciale che acquisiva un rilievo sempre maggiore. Dal catasto conciario si rileva che nella seconda metà del Settecento i 412 abitanti vivevano in 70 case raggiungendo una media di 5,8 persone per abitazione. Fino al 1817, invece se la consistenza demografica varierà di poco – 492 persone – quella abitativa subirà un incremento: verranno censite 121 case.  La villa Marciani, costruita nel 1651 dal barone Domenico è composta   da 14 sottani e 16 soprani con annessa cappella gentilizia, viene descritta al catasto settecentesco come “casa palazziate con due giardini murati, cortile, pozzo con un pò di orto  e stalle con calesse, carrozza e due cavalli per uso di sella”. Un’altra casa dei Marciani, censita nella seconda classe, era stata adibita a taverna . L’abitazione di Giovan Battista Giordano, composta da 12 vani al pianterreno e 9 al  primo piano, era nel Settecentesco una “casa palazzinata in più vani sottani e soprani con cortile e due giardini”. A Piro, aggregato abitativo di Piazza del Galdo, il notaio napoletano Aliberti abitava in una dimora di 9 vani  sottani e 12 soprani, censita nella seconda classe, con giardino murato e cappella gentilizia, detta di San Lorenzo. Il ricco notaio possedeva inoltre un'abitazione di quarta classe e varie altre case di minor pregio. Nel centro urbano si diramavano numerosi vicoli e stradine quali Casa Marciani, Casa di Mola, Casa d’Andrea e vico del Sorbo. Nell’abitato sorgevano anche la Chiesa parrocchiale di Sant Pietro Apostolo e la Congregazione del Santissimo Sacramento. Piazza del Galdo era collegata con Piro tramite le strade Ferroviarie (nel settecento detta Cupa), Piro e Santa Maria a Favore. La via Sant’Aniello conduceva a Sant’Eustachio, mentre le comunali Ospizio e Marigliano collegavano la località agraria Ospizio a Costa