Pandola - ex Chiesa di S. Fortunato

francobolloex Chiesa di S. Fotunato - 1143

Nell’868 Guaiferio I, principe di Salerno,  dona a Pandola una cappella che dal 1143 è nota col titolo di  S. Fortunato. Nel 1309 la chiesa risulta parrocchiale. Nel 1425 l’arcivescovo Nicola Piscicelli favorisce la ristrutturazione ex integro della chiesa di S. Fortunato perché fatiscente. In seguito ai danni provocati dai terremoti del 1694 e del 1716 la chiesa viene sconsacrata. S. Fortunato è stata ricostruita verso la metà del Seicento. Lo si rileva da un inventario della chiesa dell’anno 1661: “In primis si nota per me D. Lorenzo d’Auria al presente curato come si tene e possede in Pandola una ecclesia nova sotto il titolo et invocationi di S. Fortunato sita proprio dove si dice a Preta Pesola” (il toponimo Pietra pesola indica proprio la zona dove sorge la sede originaria).
Nel 1730 la chiesa di S. Fortunato è documentata “nel mezzo del casale”, ha la casa canonica attigua ristrutturata dal reverendo d. Francesco Montefusco. Dalla canonica si eleva il campanile restaurato di recente. La chiesa è provvista anche della sagrestia da poco costruita. Il riferimento del 1730 è, senza dubbio, all’originaria chiesa, continuamente minacciata dalle acque alluvionali provenienti dalla vicina montagna.
L’ultima volta in cui S. Fortunato viene ricostruita è nel 1854, quando si provvede anche allo spostamento della sagrestia e del campanile.
Attualmente la sede parrocchiale di S. Fortunato è presso una chiesa costruita nel 1866 da alcuni frati francescani, che, dopo la soppressione del convento di S. Antonio di Mercato S. Severino, si trasferiscono a Pandola. La chiesa è intitolata alla Madonna del Carmine.
Del prospetto della prima chiesa resta il portale di piperno con riquadri al di sotto della trabeazione sulla quale è stata costruita, nella stessa epoca, una grande edicola, sempre di piperno, dal bel timpano conservato. Il portale è databile al pieno ‘500, forse alla seconda metà del secolo. L´interno dell’originaria chiesa di S. Fortunato è ad aula con resti di arconi. Nel terzo arcone di sinistra è miracolosamente sopravvissuto un tondo rococò in stucco con l’immagine del Redentore. Nel terzo arcone di destra si conservano i resti di un affresco, rappresentante la Deposizione e il tutto è ridotto allo stato di sinopia. Vi sono raffigurate: la Madonna, S. Anna e la Maddalena. L’impianto di origine è certamente cinquecentesco, ma successivamente l’opera viene ripresa e ridipinta.
Dell’originaria chiesa di S. Fortunato possediamo anche una pianta e un prospetto relativi al 1854, anno della sua ultima ricostruzione (vedi progetto allegato). Nella pianta è evidente la forma della chiesa, ad un’unica navata, e le variazioni apportate: il trasferimento della sacrestia e del campanile dal prospetto principale al prospetto laterale a confine con la collina.

Bibliografia: Chiese, Palazzi e Giardini - Itinerari ambientali e culturali a Mercato S.Severino - G. Rescigno - Dicembre 2004