Seconda Cinta

 
La seconda cinta, contigua alla prima, si caratterizza per la presenza di torrette a pianta quadrangolare. I vari ambienti sono distribuiti su un pendio con un dislivello di circa 100 metri. Dall’analisi delle murature è emerso che la tipologia costruttiva della seconda cinta non si discosta dalla prima; per cui va intesa quale ampliamento del primo nucleo tra XI e XII sec., sempre in epoca normanna. A valle della cinta si apre una porta di accesso difesa da due torri semicircolari e da un antemurale. Le torri sono provviste di ampie cisterne alla base e di un secondo livello costituito probabilmente da un impalcato in legno.


Chiesa di S. Severino in Monte

Contigua alla torre semicircolare a sud sorge una ulteriore chiesa preesistente all’impianto delle torri, come può notarsi dall’attaccatura delle due strutture. Dunque, sulla scorta dei resoconti delle visite pastorali, dovremmo essere al cospetto della cosiddetta chiesa di S. Severino in Monte, così ricordata nelle sante visite*. Si tratta di un unico ambiente triabsidato, di circa m 4,70x12.
L’ingresso è sul lato ovest, che manca del tutto. Sono evidenti sulle pareti tracce di affreschi. La presenza della chiesa è da mettere in relazione ad un avvenimento di grande portata storica per la valle: la collocazione da parte del signore locale delle reliquie di S. Severino tra le mura del castello.

 

La maggior superficie della seconda cinta è occupata dall’abitato. Siamo al cospetto del settore più degradato del castello, a causa dei ripetuti crolli che hanno distrutto più di un ambiente e cancellati i percorsi interni del nucleo. Le singole abitazioni sono distribuite su terrazzamenti naturali rinforzati da muri di sostegno. Per lo più si tratta di monoambienti di poche decine di metri quadri costituiti di un unico piano. Da un esame sommario emerge che le pareti sono intonacate e i pavimenti presentano un battuto della stessa malta utilizzata per il rivestimento. In alcuni casi la parete è costituita da roccia spianata. Inoltre, sui muri perimetrali delle case, si notano fori per l’alloggiamento delle travi portanti il tetto, residui di focolai e vani con funzioni di stipi.
Tra le strutture meglio conservate dell’abitato si segnala una cisterna fuori terra. Durante recenti scavi è stato condotto uno studio su una unità abitativa. In particolare si tratta di due ambienti contigui interessati da una serie di trasformazioni, a partire dalla seconda metà del XIII sec. fino all’abbandono e, quindi a frequentazioni sporadiche da parte di pastori. Dai rilievi aerofotogrammetrici si contano oltre sessanta abitati, una vera e propria cittadella per l’epoca. Tuttavia il castello ebbe sempre un destino militare.
 


f) Torri normanne
Le due mezze torri normanne hanno una presenza imponente. Esse sono orientate verso la zona ad est della valle. L’articolazione di queste torri  si snoda su tre livelli: il primo, al di sotto del piano di campagna, è occupato dalle cisterne, il secondo da ambienti con aperture sulla terza cinta, il terzo, costituito da travi di legno, come si evince dai fori pontali, doveva avere funzioni di copertura, ma anche come piano adibito a posto di guardia o di postazione di ulteriore difesa, come si può supporre dalla presenza delle merlature. Le due mezze torri evidenziano tra loro alcune differenze: quella più a nord presenta un piano con caditoia, mentre l’altra, a sud, poggia sulle strutture di un’abside appartenente probabilmente ad una cappella più antica successivamente inglobata dalle strutture difensive. Sempre verso ovest, collegate al muro di cinta, provvisto di camminamento e di merlatura, si rilevano altre due torri quadrate con cisterne al di sotto del piano di campagna e vani di difesa nelle parti superiori.

Testo: Prof. Giuseppe Rescigno.