storiaSpiano è situata in una zona montuosa. Le sue abitazioni recano traccia dei Greci, dei Longobardi, dei Normanni e degli Angioini. Sono costruite in vicoli molto vicini tra loro, e gli archi che le ornano non hanno unità di stile. Al centro del paese c’è una casa a corte di epoca catalana. In passato gli spianesi sono stati artigiani e commercianti di stoffe, e sapevano intessere alla perfezione panieri e cesti. Purtroppo ora questo artigianato è scaduto. In passato gli spianesi fornivano legname ai cantieri navali di Castellammare di Stabia. Erano anche ottimi muratori e pipernieri. Nel 1309, sotto il regno di Carlo II d’Angiò, fu costruita la chiesa di S. Croce. Nel 1595 fu costruita l’Arcipretale, con il campanile attiguo.

La parte alta del paese è dominata da un castello, abitato nel XVIII sec. dalla famiglia Negri, che fu investita del feudo di Spiano. La piazzetta denominata Largo Spirito Santo ha ospitato per secoli i pubblici parlamenti dell’ Università di Spiano, per l’elezione dell’Eletto o dei militi del casale. Adagiato sui rilievi collinari a 230 metri s.l.m., Spiano è il più elevato villaggio del Comune di Mercato San Severino. Giustiniani lo descrive come un casale che “situato in luogo montuoso di buon’ aria, distante da Salerno otto miglia circa, conta mille abitanti”. Il toponimo Spiano che deriva dal prediale Spedianum, appare già in documenti dell’827. Greci, Longobardi Normanni ed Angioini hanno lasciato tracce nella forma ubis caratteristica per il dedalo dei vicoli, talvolta ciechi, e per angusti passaggi arcuati: vico Terrone, via Fontana, via del Pozzo via Campitello, vico degli Scalari, vico Casa Cutino e vico Casa Salvati. Spiano si differenziava dagli altri villaggi del comune per la diversa struttura socio-economica. La tradizione vuole infatti gli spianesi noti per antichi mestieri artigiani legati alla lavorazione del legno. Oltre all’Agricoltura essi conoscevano l’arte di dividere in nastri le pertiche di castagno per intessere sporte, cesti, panieri. Notevole era anche l’industria delle scale quella delle botti e dei tini che essi fornivano a tutti i vendemmiatori della provincia. Dai ricchi boschi delle pendici traevano inoltre il legname che inviavano ai cantieri navali di Castellammare di Stabia. Nel 1815 i 907 abitanti vivevano in 180 case raggiungendo una media di 5 persone per abitazione. Di queste abitazioni – addossate le une alle altre a vari livelli, con tetti a uno spiovente – il 45% era formato da case povere, il 44% da case medie, l’11 % da tuguri, mentre mancavano le case signorili. Il catasto francese registrava, relativamente al casale di Spiano, un numero molto alto di titolari non qualificati. Pur mancando a Spiano abitazioni signorili, ve ne erano due di notevole pregio artistico, appartenenti ai Cacciatore e ai Gajano. La residenza dei Gajano, composta da 10 vani su due livelli con annesso giardino. Di fronte alla casa dei Cacciatore, in via Campitello, vi era l’abitazione della famiglia Arminio, composta da 9 vani e accatastata nella quarta classe. Anche il notaio Iannone possedeva a Spiano due abitazioni, entrambe composte da 11 vani. Situato sul limitare di via Iannone il “Castello”, dimora in stile neogotico dell’ex barone Negri, domina oggi la parte alta del paese . Non registrato nel catasto, perché edificato nel 1880, rappresenta uno degli esempi architettonicamente più significativi dell’intero comune: il castello presenta le caratteristiche bifore e lo stemma gentilizio. Nelle immediate adiacenze sorgeva la casa della famiglia Cotini, un edificio settecentesco costruito in pietra viva invece che con l’economico e comunissimo tufo. A piazza Santa Croce fu edificata nel 1595 la Chiesa parrocchiale omonima caratterizzata da due grandi cappelle all’inizio dell’unica navata e sormontata da un alto  campanile in stile barocco. Inoltre vi erano la Chiesa della Congregazione di Santa Maria delle Grazie e la Congrega del Santissimo Rosario. Accosto alla parrocchiale esiste tuttora una Chiesa protoromanica; l’edificio denominato Terrasanta, che versa in precarie condizioni, si regge su quattro grossi pilastri centrali e conserva al suo interno l’ipogeo tomba riservata alla sepoltura degli Spianesi. Tra le strade che collegavano Spiano agli altri casali, ricordiamo la via omonima, lunga circa 4 chilometri, che si dipartiva dalla Chiesa parrocchiale, attraversava Oscato, Curteri e conduceva alla provinciale delle Camerelle. Nel 1825 gli abitanti dei tre villaggi manifestarono all’intendente l’urgenza di lavori per la sistemazione della strada, ridotta in pessime condizioni e priva di un ponte sul torrente Lavinaro. Le difficoltà del transito ritardavano il commercio del vino e le consegne del legname da costruzione destinato al cantiere di Castellammare di Stabia. La strada denominata Valle Bracciola collegava da una parte Spiano con Monticelli, dall’altra, innestandosi nella comunale Campi, conduceva a Corticelle.