francobolloChiesa di San Marco a Rota - (?)

S. Maria de Rota, in seguito S. Marco,  è la chiesa più antica della valle. Infatti presso l’atrio sin dall’803 i notai si riunivano per stipulare i vari rogiti.
S. Marco svolge funzione parrocchiale fino a quando in Mercato sorge un’altra chiesa per il distretto.
Nel 1497 la parrocchia estende la sua giurisdizione sui casali di Monticelli  sottano e soprano.
Nel 1511 il visitatore annota nella sua relazione la presenza nei pressi della chiesa di “aerem morbidum” (nella zona acque sorgive avevano originato una palude).
La notizia di un primo restauro della chiesa è del 1723. Nel 1844, per comodità dei fedeli, la parrocchia di S. Marco è divisa in due: “S. Maria delle Grazie” in Monticelli e “S. Marco a Rota e S. Rocco” in Curteri. L’anno successivo si procede alla gara di appalto per la costruzione della nuova chiesa, che risulta completata nel 1848. Nel 1891 la parte absidale viene ristrutturata e ampliata. Nel 1901, in seguito a decreto del sindaco, la chiesa viene chiusa al culto. Ripristinata successivamente oggi corrisponde alla parrocchia della frazione.
Della sede originaria è visibile solo il portale di ingresso con architrave squadrato.
La sede attuale ha un prospetto molto scarno: un modesto portale sormontato da una finestra. Il timpano è a forma trapezoidale ed è sormontato da una struttura portante due campane.
S. Maria a Rota, in seguito S. Marco, era il centro ecclesiastico-civile della valle. Nell’atrio della chiesa si riunivano i notai per stipulare i vari rogiti, sin dall’803.
In seguito ad uno scavo condotto a S. Marco a Rota nel 1986 dal prof. Paolo Peduto e dalla sua equipe è emerso che le fondazioni dell’abside  sono state istallate su uno strato di abbandono e distruzione di età imperiale, come è testimoniato dal ritrovamento di alcune monete di Probo e numerose tessere musive. Sul paramento esterno della muratura dell’abside sono stati riscontrati tre livelli di campagna sottostanti l’attuale. Il più antico corrisponde alla prima utilizzazione cimiteriale della zona ad Est della chiesa. L’unica tomba rinvenuta può essere ricondotta  ad un periodo compreso tra il VI e VII secolo. La chiesa è a un’unica navata. Al suo interno sono stati costruiti degli ambienti per uso rurale, compresa una porcilaia nell’abside, dove sono evidenti tracce di affreschi.
Dai residui di stucchi sulle pareti è possibile leggere i successivi rimaneggiamenti dell’opera.
Un’aia, perfettamente circolare, nei pressi dell’ingresso, fa pensare alla presenza di un sottostante battistero, circostanza che potrà essere confermata solo attraverso uno scavo sistematico.

Bibliografia: Chiese, Palazzi e Giardini - Itinerari ambientali e culturali a Mercato S.Severino - G. Rescigno - Dicembre 2004